GLI AMMESSI
In compenso, a centrare l’ammissione a soci sono stati Alessandro Fusacchia (già capo gabinetto della Giannini al Miur, ora impegnato in un nuovo movimento politico con la Bonino, sempre in giro per il mondo ma sempre molto attento alle vicende cittadine), Fabio Andreola (ex top manager della Baxter, in città attivo con il gruppo di Paolo Fosso), Claudio Ciogli (uno dei fratelli della Emec, storia industriale reatina di assoluto successo), Steno Rinalduzzi (neurologo di fama, originario di Poggio Mirteto) e l’ingegner Domenico Miluzzo. Nel corso della stessa assemblea si è proceduto anche all’elezione del presidente, con la conferma dell’uscente l’avvocato Luigi Trinchi. E qui a fare un intervento di rottura è stato Sosio Giametta, storico direttore dell’Ufficio Iva, che ha contestato duramente merito e metodo dell’elezione, chiedendo rinnovamento e trasparenza. Senza successo.
LA VOTAZIONE PER LA PRESIDENZA
Al dunque, sono stati necessarie più votazioni ma alla fine Trinchi l’ha spuntata sul suo principale avversario, Cesare Chiarinelli per 2 voti (25 a 27). «Assemblea movimentata? Come tutte - smorza e sopisce Trinchi - scorie della politica ci sono sempre state poi in assemblea non hanno mai avuto il sopravvento». Bastano e avanzano le cordate personali e professionali. Anche sulla sua turbolenta rielezione Trinchi sopisce: «Era normale che un presidente uscente chiedesse una riconferma per il secondo mandato. Ma il presidente e l’assemblea, in Fondazione, non hanno nessuna visibilità». Ma un potere sì: quello di designare gli 8 (su) 16 membri dell’organo di indirizzo, anticamera del cda. E su quei posti lì non si scherza. Figuriamoci «aprire» i bastioni di via dei Crispolti a uno come Meloccaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA