Comune di Rieti, l'opposizione
sulla vendita delle farmacie
Asm: «Fermiamo lo scempio»

Comune di Rieti, l'opposizione sulla vendita delle farmacie Asm: «Fermiamo lo scempio»
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Martedì 9 Giugno 2020, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 11:37

RIETI - «Fermiamo lo scempio! Vendere le farmacie per liquidare il privato è una follia inaudita!». Inizia così la nota di Rieti Città Futura, Partito Democratico, Partito Socialista Italiano e Possibile, all'opposizione al Comune di Rieti.

«Non c'è nessuna ragione plausibile che giustifichi la scelta di vendere le farmacie di Asm. Si impoverisce l'Azienda e si mettono a rischio i posti di lavoro. Si aliena l'unico asset che garantisce denaro circolante - si legge nella nota - Ed il Comune dovrà indebitarsi per dare i soldi al privato.Cosa si nasconde dietro una scelta così scellerata?Il centrodestra reatino, di fronte al proprio completo fallimento prova a cimentarsi nel ribaltamento dei fatti, arrivando addirittura a rivendicare come successo la svendita delle Farmacie Asm e la liquidazione del socio privato per 6 milioni di Euro!
Il piano previsto dall’amministrazione Petrangeli, al contrario, avrebbe permesso di ripubblicizzare igiene urbana e trasporti senza impoverire l'Azienda, mantenendo sotto il controllo pubblico la  gestione delle farmacie e delle altre attività commerciali evitando di staccare assegni a sei zeri a chi è diventato socio, guarda caso proprio grazie al centro destra!».

«Il privato è entrato nel 2002 versando circa 4 milioni e se ne va nel 2020 incassando 6 milioni di euro! I bilanci degli ultimi anni dimostrano come erano proprio le farmacie ad essere diventate, non solo un presidio territoriale decisivo, ma anche un asset strategico, grazie alla gestione intrapresa. I bilanci sono pubblici e sono chiari, per chi vuole leggerli, sempre che lo sappia fare! Evidentemente al centrodestra piace sperperare beni e soldi pubblici - conclude la nota - come dimostra l’ultimo report sul Rating dei comuni, che vede Rieti fanalino di coda tra i capoluoghi di provincia, ennesima perla di un’amministrazione, ormai vittima della propria incapacità!».

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