Rieti, ok alla vendita farmacie Asm: lo scontro non si arresta

Farmacia Asm
di Antonio Bianco
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Sabato 20 Marzo 2021, 00:10

RIETI - Non si placano le polemiche per la gestione del consiglio comunale dell’altro ieri, che ha dato l’ok definitivo alla vendita delle farmacie Asm. Per l’opposizione si tratta di «una pagina buia scritta nel libro della democrazia cittadina». Il riferimento - come già riportato ieri da Il Messaggero - è al fatto che durante la fase finale della discussione non sia stata data la possibilità alla minoranza di sentire il revisore dei conti, Enrico Ubertini, presente in streaming. Una situazione che ha surriscaldato non di poco gli animi. L’opposizione accusa la maggioranza di cedere le «farmacie di proprietà comunale, avvalendosi oltretutto di procedure illegittime e metodi antidemocratici». 
«Disattendendo un chiaro parere del collegio dei revisori dei conti, presenti in consiglio attraverso un proprio membro, al quale, su richiesta di chiarimenti, dalla presidenza dell’assise (Giuliano Sanesi, che aveva giustificato la scelta con il fatto che già c’era una relazione agli atti, ndr) è stato scandalosamente impedito di parlare», scrivono in una nota i consiglieri di Rieti città futura, Pd, Psi, Possibile e 5stelle. La scelta poi di procedere alla vendita delle farmacie predisporrebbe a «un danno sociale e patrimoniale alla città, al personale del settore, al Comune ed alla propria partecipata. Al danno, oltretutto, si aggiunge la beffa di non poter neanche più raggiungere l’obiettivo della ripubblicizzazione di Asm, posto che le tematiche procedurali e sopratutto finanziare emerse lo impediranno categoricamente».

La discussione
La minoranza ce l’avrebbe messa tutta a lottare contro questa «sciagurata soluzione», ma ha dovuto constatare che il consiglio comunale sarebbe «stato violentato sul piano democratico dalle direttive gestionali» del primo cittadino. L’opposizione si riserva dunque «di agire con ogni azione possibile ed in ogni sede consentita». Anche i consiglieri Andrea Sebastiani (gruppo misto) e Giosuè Calabrese (Iv) definiscono «molto grave» l’episodio. «Nel merito del punto in discussione - fanno sapere - abbiamo deciso di non prendere parte alla votazione. Qualora lo avessimo fatto, avremmo votato contro la delibera, ritenendola viziata da più parti, nella forma e nella sostanza». E per i quali (consiglieri), in aula e nelle commissioni, sarebbe emerso «che la proprietà di almeno una delle tre farmacie, quella ricadente nel quartiere di Quattro Strade, non possa essere considerata riconducibile all’Asm».
Una situazione portata a conoscenza del sindaco Antonio Cicchetti tramite un’interrogazione scritta: «Il primo cittadino, la segreteria generale e gli uffici comunali preposti non hanno ritenuto di dover prendere in considerazione la nostra segnalazione».

Infine, i due stigmatizzano «la scelta non solo contraria, ma opposta a quanto era stato promesso in campagna elettorale, quando l’attuale sindaco si impegnò con la città a bandire una gara a doppio oggetto». Non solo la politica, anche sul fronte sindacale c’è da registrare una dura presa si posizione. «Il nostro disappunto non deriva soltanto dal provvedimento in sé - scrivono Cgil, Cisl e Uil - verso il quale avevamo più volte manifestato la nostra contrarietà, ma piuttosto dal fatto che, contrariamente a quanto concordato con l’amministrazione, non ci sia stato un incontro per delineare il futuro dei lavoratori prima della discussione in consiglio comunale». Per i sindacati sono tante le «questioni in sospeso».

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