RIETI - La Asl di Rieti ha addirittura fatto appello al Ministero della Salute per fermare le continue richieste, ma ormai la psicosi da radiazioni nucleari è entrata in circolo anche a Rieti e, a ben vedere, ricorda tanto gli assalti registrati durante le prime settimane della pandemia. All'epoca si correva ad acquistare compulsivamente mascherine, guanti, gel e alcool per i disinfettanti fai da te, mentre ora ad essere sempre più sotto pressione sono invece i laboratori delle farmacie reatine, ai quali iniziano ad arrivare le prime ricette mediche per chiedere la realizzazione di compresse di potassio ioduro, farmaco contro lo iodio radioattivo. E’ il risultato delle paure scatenate dal rischio di distruzione dei reattori nucleari, paventate dal conflitto russo-ucraino: le compresse non sono però certo un prodotto da banco realizzato dalle aziende farmaceutiche, ma disponibili soltanto dietro presentazione di ricetta medica. E, in Italia, gli unici autorizzati a produrre le compresse sono proprio i farmacisti all’interno dei loro laboratori galenici.
La psicosi. Le analogie con gli isterismi da Covid sono quasi inquietanti: "Sì, sono venuti un paio di clienti a chiederle - confermano alla farmacia di Vazia. - Si tratta di persone anziane, le stesse che volevano il vaccino Sputnik perché prodotto dalla Russia e che, a detta delle teorie complottiste, non rischiava di farli diventare dei ripetitori della rete 5G; cose così, insomma.