Fara Sabina, Basilicata: la crisi avanti
a singhiozzo tra affondi e frenate

Davide Basilicata
di Raffaella Di Claudio
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Giovedì 28 Maggio 2020, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 13:36
RIETI - Fara Sabina, Basilicata: la crisi avanti a singhiozzo tra affondi e frenate.
Il gruppo Fara 3.0 procede a singhiozzo, dopo aver accelerato ritirando dalla giunta gli assessori Giacomo Corradini e Paola Trambusti «perchè non approviamo più il modo di far politica del sindaco», frena sostenendo che «non vuole teste né poltrone, non pensa a dimissioni, sfiducie e governi di responsabilità».
Sulla strada si immettono le minoranze di Fara bene comune, Movimento cinque stelle e Farainmovimento che intimano l’alt, chiedendo l’inserimento all’ordine del giorno del consiglio comunale fissato per l’8 giugno di una mozione nei confronti del sindaco Davide Basilicata.
«La decisione è stata assunta di fronte alla evidente paralisi amministrativa e politica oramai sotto gli occhi di tutti i cittadini – scrivono congiuntamente i 5 consiglieri di opposizione Gabriele Picchi, Danilo Maestri, Paolo Spaziani, Alessandro Bielli e Giorgio Giovannelli - I giochi di potere all’interno della maggioranza stanno paralizzando la macchina amministrativa e la cittadinanza di Fara Sabina, che non lo merita, soprattutto in questo momento di crisi provocata dall’emergenza Covid-19. Riteniamo che i comportamenti della maggioranza siano irresponsabili e determinati esclusivamente da interessi di parte e da esigenze di posizionamento politico. I cittadini di Fara non meritano di assistere al teatrino che va avanti da molti mesi». Un atto che arriva a mettere in crisi i già provati equilibri della maggioranza Basilicata, vedendo fino a che punto i sette consiglieri di Fara 3.0 e Fratelli d’Italia sono disposti a spingersi.
«Con questo atto politico forte – si legge nella nota congiunta di Fara ben comune, Movimento cinque stelle e Farainmovimento - intendiamo mettere a disposizione dell’intero consiglio comunale lo strumento per portare la crisi politica nella sede istituzionale propria e cioè nell’assise cittadina per una discussione trasparente in cui ciascuno si assuma di fronte agli elettori le proprie responsabilità. Ci sono consiglieri di maggioranza che non approvano l’operato del sindaco? Allora assumano le decisioni politiche conseguenti e si esprimano chiaramente sostenendo la mozione di sfiducia».
Nella mattinata di ieri, di fronte alle titubanze di Fara 3.0, Simone Fratini (foto a destra, sotto Basilicata) di Fratelli d’Italia ha provato a inserire la freccia per sorpassare i colleghi e far loro da traino, assumendosi l’onere di essere più diretto di quanto non lo siano stati i colleghi in conferenza stampa.
Dopo aver espresso loro vicinanza si erge insieme a Chiara Costantini a Cassandra sostenendo che «da tempo nutriamo forti perplessità sulle modalità e sulle decisioni portate avanti dall’amministrazione e più volte abbiamo evidenziato la necessità di maggiore condivisione nelle scelte. Ma abbiamo la sensazione che si ragioni secondo la logica dell’uomo solo al comando». Da qui l’invito al sindaco ad «analizzare con grande attenzione tutto questo, valutando seriamente se è in grado di continuare un’azione politica coinvolgendo e non dividendo». Infine il monito: «Noi siamo e saremo sempre vigili e attenti, pronti, se ne avvertiremo la necessità, a prenderci anche la responsabilità di aderire a provvedimenti drastici nell’interesse della nostra comunità». Come una mozione di sfiducia, ad esempio.
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