Rieti, il pasticcio dell’Esedra a Porta Romana

L'Esedra
di Emanuele Laurenzi
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Sabato 3 Luglio 2021, 00:10

RIETI - Finanziare il recupero di un bene culturale o finanziare un abuso? E’ la domanda che dovrebbe arrivare alla Regione Lazio e la risposta, in tempi e posti normali, dovrebbe essere scontata. Peccato che a Rieti le due cose coincidano e i finanziamenti per il recupero di un’area storica finiranno, inevitabilmente, per sostenere anche un abuso ai danni di un bene storico artistico. E’ quel che rischia di accadere all’Esedra di Porta Romana dove, meno di un anno fa, il Comune ha autorizzato un negozio ad ampliare la propria attività all’interno dei giardini dell’Esedra. Una concessione “mascherata” da sponsorizzazione, con la richiesta fatta il 26 giugno 2020 e autorizzata nella stessa giornata con la Determinazione 1123. Tante le polemiche, zero le risposte nonostante fossero arrivate (tardi) anche le richieste di spiegazione dell’opposizione. Due giorni fa dalla Regione il gruppo di Fratelli d’Italia, guidato da Sergio Pirozzi, ha annunciato l’erogazione di un contributo di 250 mila euro per ripristinare quell’area.

L'annuncio di Sinibaldi 
«Una bella notizia per i reatini: 250 mila euro dalla Regione per riqualificare Porta Romana».

A far saltare tappi di champagne (metaforici) sui social è stato proprio il vicesindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi che, sulla sua pagina facebook, ha rivolto un plauso proprio a Pirozzi e a Fratelli d’Italia, senza far cenno alle tante polemiche. «Non conosco bene la storia, ma cercherò di capire qual è il problema - ha ieri ammesso Sinibaldi, aggiungendo - l’iter è comunque chiaro e garantisce anche un controllo puntuale sulla situazione. Quei soldi erano stati chiesti per il ripristino dell’area e, una volta che arriveranno i fondi, ci sarà una supervisione delle Soprintendenza e saranno i loro responsabili a vedere e giudicare se ci sono irregolarità da rimuovere».

Denunce nel vuoto 
L’occupazione del giardino dell’Esedra, nel punto a ridosso con la Salaria, è stata denunciata da diversi cittadini. La sponsorizzazione prevede di poter semplicemente mettere pubblicità in uno spazio che viene curato e mantenuto, ma che deve essere fruibile per la collettività. L’attività commerciale, invece, ha installato strutture fisse, creando uno spazio di vendita e aprendo anche un cancello nell’inferriata di quello che è un bene tutelato. E’ stato fatto anche uno scivolo di cemento e spesso ci sono mezzi che scaricano. L’ultima denuncia finita nel vuoto è di un mese e mezzo fa: il 13 maggio è intervenuta la Vigilanza commerciale dopo l’ennesima segnalazione. Sull’esito dell’operato dei vigili non si è saputo nulla, anche se i documenti in Comune parlano chiaro. Starà alla Soprintendenza, ora, dire se i soldi della Regione andranno a finanziare un abuso o il ripristino di un monumento.

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