Ecco, allora, che l’Acea sta predisponendo un piano che in settimana sottoporrà alla presidenza della Provincia e al Prefetto nel quale indica criticità, situazioni e rimedi da adottare. Intanto, alcune riduzioni, anche se in forma minima, sono state scongiurate.
Stante però questa situazione di emergenza idrica, difficilmente verranno concessi ai Comuni supplementi di fornitura come negli anni passati. Questo sta inducendo molti sindaci ad emettere ordinanze o promuovere massicce campagne di sensibilizzazione per un uso appropriato dell’acqua.
PRIMI PROVVEDIMENTI
La Regione ha intanto autorizzato maggiori prelievi dalle fonti di approvvigionamento, ma tutto ciò non basta perché la prima di tutte le battagli è quella di limitare gli sprechi. Lo sa bene il sindaco di Roma le cui fontane basterebbero da sole a soddisfare il fabbisogno dell’intera Sabina, così come la Raggi sa bene che molta della «nostra» acqua che arriva nella Capitale si disperde a causa di una rete idrica vecchia, che presenta falle che inevitabilmente portano a dispersioni macroscopiche.
Un problema, questo, comune anche a molte realtà sabine. Poggio Mirteto, ad esempio, è un Comune il cui acquedotto presenta criticità e annosi problemi che hanno portato, in passato, a razionare l’acqua nelle ore notturne e a sobbarcarsi di innumerevoli opere di tamponamento e riparazione per via di rotture o della presenza di calcio che ostruiva le tubature, provocando in alcune zone un rifornimento idrico a singhiozzo, tra mille disagi e lamentele da parte dei cittadini.
MULTE SALATISSIME
Con questa situazione, il sindaco Giancarlo Micarelli è stato il primo in Sabina ad emettere avvisi e ordinanze davanti al pericolo di pericolose «strette» ai rubinetti da parte di Acea. Tra i provvedimenti presi, la regolamentazione dell’uso delle fontane pubbliche con l’acqua che può essere prelevata solo per usi domestici e con bottiglie, fiaschi e secchi. Inoltre, non si può utilizzare l’acqua per uso diverso da quello concesso e non si può cederla a terzi. In particolare, è fatto divieto assoluto di utilizzare l’acqua potabile per innaffiare orti, giardini, vasi o altro, per riempire vasche, laghetti, piscine, cisterne o altro. Per chi contravviene scattano sanzioni pesanti che possono arrivare fino ai mille euro.
«In piena emergenza - spiega Micarelli - il buon senso ed un uso appropriato dell’acqua è la condizione essenziale per frontaggiare la situazione che altrimenti rischia di provocare disagi e situazioni di difficoltà». In attesa che prima o poi torni pure a piovere. Più prima che poi, si spera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA