
RIETI - Da Montebuono a Calvi dell’Umbria no, ma da Montebuono a Gaeta sì. Da Configni a Stroncone no, ma da Configni a Cassino sì. Sono dei paradossi secondo il sindaco di Casperia, Marco Cossu, che emergono dal Dpcm per Natale, che dal 21 dicembre impone restrizioni sugli spostamenti tra regioni e che, 25 e 26 dicembre, e 1° gennaio, vieta di uscire dal proprio Comune, limitando al massimo qualsivoglia trasferta per una tombolata magari nel paese confinante o da parenti se abitano ai confini di un’altra regione. «E meno male - dice Cossu - che i due ultimi mesi di Dpcm portavano con loro il messaggio di fare sacrifici per poter poi fare un Natale sereno e con meno restrizioni».
Lo scenario
Ci sono situazioni limite, come in località Fuori Dazio a Poggio Mirteto: non si potrà attraversare la strada a Natale e Capodanno visto che è proprio la via che separa il territorio mirtense da quello di Montopoli. Lo stesso sindaco di Poggio Mirteto, Giancarlo Micarelli, residente a Montopoli, dovrà restare al di là del confine. Situazioni limite a parte, dopo che una serie di senatori (25) e deputati (una trentina) del Pd hanno chiesto al governo di rivedere l’aspetto trasferimenti tra Comuni vicini, almeno tra parenti stretti, è scesa in campo anche l’Uncem, l’Unione delle Comunità montane, con i sindaci dei Comuni piccoli o piccolissimi, che chiedono al governo di consentire gli spostamenti tra i Comuni montani. «È ben diverso - spiegano dall’Uncem - consentire lo spostamento dentro Roma, Milano, Bergamo, Cagliari, o in un piccolo Comune montano». E dal direttivo dell’Uncem il commissario della IV Comunità montana Sabina di Poggio Mirteto, Stefano Petrocchi, aggiunge: «Avevamo già espresso le nostre perplessità quando il governo decise di chiudere bar e ristoranti la sera. Ora si ripresenta lo stesso problema: mobilità difficoltosa, scarsità di pubblici esercizi, bassa densità abitativa e invecchiamento rendono i nostri paesi molto diversi dalla città o dai comuni più grandi di pianura. Realtà diverse richiedono misure diverse». Da Cittareale il sindaco Francesco Nelli è altrettanto critico. «Accomunare un piccolo comune come quello di Cittareale - afferma Nelli - con quello di Roma, forse, non è molto equilibrato. Complicato parlare di assembramento in un comune di 450 abitanti e, quindi, questo aspetto del Dpcm credo vada rivisto. Veniamo dal sisma del 2016 e stavamo rialzando la testa, poi è arrivato il Covid. Il mio appello al Governo è quello di evitare di chiudere all’interno dei comuni le persone e, nel nostro caso, penso agli anziani che passeranno il Natale da soli, perché i figli magari vivono nel comune accanto che dista cinque chilometri».
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