RIETI - Nella pratica, sarebbe la 29esima edizione. Ma il Premio internazionale di Danza Città di Rieti non ci bada e, come risarcimento per l’edizione 2020 stroncata dal lockdown, festeggia direttamente nel foyer del Flavio Vespasiano i suoi primi trent’anni di vita, cominciata danzando nello stesso luogo e negli stessi giorni del 1991. Prima della pandemia, l’incognita con la quale dover fare sempre, costantemente, i conti era quella economica: stavolta, in più, ci si mettono le norme di prevenzione che smaterializzano le fasi di selezione del Pid, facendole ricomparire online su una piattaforma di videoconferenze dove, dal 29 aprile al 2 maggio, la giuria internazionale (composta dall’étoile Laura Comi, dai direttori artistici Ernst Meisner, Ricardo Fernando e Stephen Delattre e dalla coreografa Martina La Ragione) si darà appuntamento, valutando le registrazioni inviate dagli ballerini, prima del Gala conclusivo del 30 giugno e 1° luglio, ancora da decidere se di scena al Flavio o in piazza Vittorio Emanuele II. E così per il Pid, quest’anno ancora più del passato, è diventato fondamentale l’apporto della Fondazione Varrone (in conferenza stampa rappresentata da Giada Dionisi) e della Fondazione Flavio Vespasiano, di Unindustria Rieti, Ascom e Rotary Club.
Il format
Il nuovo format, quasi tutto online, consentirà però a circa 400 ballerini - tra solisti, passi a due e gruppi coreografici - di 43 scuole di danza provenienti dall’Italia e dall’estero, di poter partecipare a eliminatorie, semifinali e, per chi ce la farà, alle finali, per le quali resta però l’incognita della disponibilità del Flavio, sulla base delle prossime disposizioni governative.