Il mondo della danza piange
Alberto Testa, era molto legato
a Rieti, il ricordo di Targusi

Alberto Testa
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 16:45
RIETI - Il mondo della danza piange il maestro Alberto Testa, icona della danza internazionale. E' morto oggi nella sua casa di Torino. Il 23 dicembre avrebbe compiuto 97 anni. Alberto Testa è stato Presidente onorario del Giornale della Danza, che ricorda con un lungo articolo il "grande maestro".

Attivo soprattutto come coreografo tra il 1965 e il 1987, creò le danze per Il Gattopardo di Luchino Visconti e per numerosi film di Franco Zeffirelli. Fondatore del Premio Positano per l'Arte della Danza, tra i più importanti d'Italia, è stato autore di numerose pubblicazioni.Ha insegnato Storia della Danza per trent'anni all'Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Ha curato l'organizzazione dei Concerti di Danza e di svariate edizioni della celebre Maratona di Danza al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Presidente di giuria e direttore artistico dei Concorsi internazionali di Danza, come la Settimana Internazionale della Danza di Spoleto, tra i vari riconoscimenti ha ricevuto il Premio Gino Tani per la critica di danza nel 1991, la Targa d'Argento del Presidente della Repubblica nel 2002 e il Premio Guido Lauri alla carriera nel 2011.

Il grande Maestro era molto legato a Rieti in particolare all'imprenditore Bruno Targusi che lo ricorda così: «Dagli anni ’90 praticamente ci siano sempre frequentati e sentiti spesso. Abbiamo collaborato a stretto contatto per la creazione della Settimana Internazionale della Danza Città di Rieti che per esclusiva volontà dell’allora amministrazione comunale fu trasferita a Perugia per essere poi diretta dal mio collega Paolo Boncompagni a Spoleto. Non si è mai fermato né scoraggiato e abbiamo condiviso le gioie e dolori di molti progetti come quello del Premio Danza a Positano da lui fondato e dal quale è stato estromesso dall'allora sindaco.
Oggi Alberto non c’è più. Pochi giorni fa è uscito il suo ultimo libro autobiografico che Mauro di Rosa ha chiosato insieme a lui. Una grave perdita per il mondo della danza al quale questo libro è destinato come esempio e come monito. Per me la perdita è assai più grave; il profondo legame di amicizia e di collaborazione assidua mi rendono dolorosissimo il distacco. Grazie Alberto caro, per tutto ciò che mi hai donato. Spero che questo tuo ultimo viaggio ti conduca nei cieli anche quelli di Rieti dove tante persone ti hanno stimato e apprezzato e da te si sono sentiti amati. Grazie di avermi dato la gioia di poterci dare del tu. Per me un grande privilegio».


 
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