Rieti, cresce l'aereo Cr1 del Rosatelli
ora c'è una grande sfida da vincere
Marini: finitelo e mostriamolo all'Italia

Il professor Aldini illustra lo stato di avanzamento dei lavoro al presidente del Senato, Franco Marini
di Christian Diociaiuti
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Venerdì 11 Dicembre 2015, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 18:11
RIETI – “Finite l’aereo e lo mostriamo all’Italia”. Parole di Franco Marini, ex presidente del Senato, che è stato ospite dell’istituto Rosatelli di Rieti per toccare con mano l’avanzamento dei lavori di ricostruzione del CR1, l'aereo progettato dall'ingegnere aereonautico reatino della Fiat, Celestino Rosatelli. Un’avventura partita nel 2013 e che ha permesso di creare una vera e propria azienda, l’Azienda reatina costruzioni aeronautiche (Arca), in cui i protagonisti sono gli studenti, dalla progettazione alla lavorazione fino alla ricerca storica, con la coordinazione di Luigi Aldini, della dirigente scolastica Daniela Mariantoni e del professore Sabatino Falsini. Sono stati proprio gli studenti del Rosatelli – che si dedicano al CR1 con grande passione ed organizzazione in orario extra scolastico - ad illustrare in aula magna e poi in laboratorio l’avanzamento dei lavori. La ricerca degli studenti reatini, inoltre, è stata impreziosita ultimamente dal ritrovamento all’istituto tecnico di Pisa, delle vere ali di un CR1, che l’istituto toscano ha prestato volentieri alla scuola di viale Fassini: da queste si è partiti per ricostruirle ex novo.

IL PRESIDENTE FRANCO MARINI
“Mi interessa l'intreccio scuola-lavoro – ha continuato Marini, reatino d’adozione visto che il padre lavorava alla Viscosa – un percorso per avvicinare i ragazzi. Sono sorpreso dallo spirito, dall'organizzazione e dallo sforzo che fate per ricostruire questo velivolo. Rosatelli, che da un nome a questo istituto, dà anche un esempio: un ragazzo modestissimo che si dimostrò un genio, è stato importante nelle sorti della Prima Guerra Mondiale. Prendo un impegno – ha annunciato Marini – finite l’aereo entro il 2017-2018 e visto che presiedo il comitato storico scientifico presso la Presidenza del Consiglio, possiamo costruirci una manifestazione a carattere nazionale. Vi lancio questa sfida”. L’idea è, infatti, quella di inserire il progetto di ricostruzione del CR1, nelle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra. “Potremmo farcela” dicono in coro Daniela Mariantoni e Luigi Aldini, che ha preso scuola e ragazzi sotto la sua ala – è il caso di dirlo – per ricostruire il primo aereo dell’ingegnere belmontese.

L’AEREO
“La fusoliera è ferma perché dobbiamo decidere in base al motore - ha spiegato Aldini a Marini nella visita al laboratorio dell’Arca – il motore sarà il problema più grande, ci vorranno 30 o 40mila euro”. Per il motore c’è tempo, anche perché i ragazzi man mano stanno ricostruendo le ali e la fusoliera nel laboratorio al piano terra del Rosatelli. “L’aereo non è finito – afferma la dirigente scolastica, Daniela Mariantoni – è un lavoro complesso, ma Arca, questa azienda, è originalissima, con i nostri studenti a fare da direttori d’azienda, sono protagonisti. È stato complesso trovare i disegni originali – ha continuato Mariantoni - ma i ragazzi ce l’hanno fatta e addirittura costruiranno le parti mancanti dell’aereo, quelle di cui non abbiamo disegni. Faranno tutto con le caratteristiche di cento anni fa ma con le tecnologie moderne. Teniamo conto del passato, ma con le competenze costruiremo un futuro in cui avranno i nostri ragazzi avranno successo. Sono giovanissimi ma responsabilizzati”. “Dopo due anni dall’inizio di questo progetto – aggiunge il professor Sabatino Falsini – ho notato che tra i migliori diplomati c’erano coloro che avevano operato all’interno dell’Arca. Ora molti studiano all’università, altri lavorano o hanno aperto piccole aziende. Arca è un valore aggiunto, che consente ai ragazzi di affinare e acquisire nuove conoscenze e competenze che facilitano ingresso in mondo universitario o del lavoro”.

ALDINI E I RAGAZZI
“Vogliamo sì ricostruire il CR1ma anche fare esperienza per essere pronti e responsabili” lo dice Vittoria, 15 anni, che presenta uno ad uno i protagonisti di questo progetto che andrà avanti per i prossimi anni, coinvolgendo ancora altri giovani che passeranno per la scuola reatina. “Non critichiamo i problemi, facciamo analisi e troviamo soluzioni” dice Giuseppe Poscente, 18 anni, con una mentalità vincente che si riscontra anche nelle parole di Stefano Rosati, 19 anni, che dice “Sono certo che questa esperienza mi tornerà utile in futuro”. Una certezza che si raffronta anche negli altri ragazzi che lavorano sulla ricostruzione del CR1, non solo nell’aspetto meramente tecnico ma anche biografico e storico: al Rosatelli sono pronti a redigere un profilo di Rosatelli assolutamente originale. “Questo è un progetto che sta avendo successo – ammette Aldini - questa esperienza mi sta dando soddisfazioni enormi, i ragazzi sono impegnati professionalmente con la leggerezza che contraddistingue la loro età, sono preparati e portano avanti un progetto con serietà. Questi ragazzi sono cosi bravi che, se avessi un po’ di anni in meno prenderei un capannone al nucleo industriale per costituire un’azienda. Loro sono quanto di meglio questa città potesse chiedere”.

IL PARTERRE
A presenziare alla conferenza-evento organizzata dalla scuola e dai ragazzi c’era un fitto parterre di autorità, dal sindaco, fino al presidente del Consorzio Industriale Andrea Ferroni (“il nostro primo sponsor insieme alla Fondazione Varrone” hanno ricordato Mariantoni e Aldini) ma anche il presidente Ascom Leonardo Tosti e altre figure vicine al progetto. Tutti concorsi su un fatto: l’innovatività del progetto, il coinvolgimento dei ragazzi e la proiezione del mondo della scuola nel lavoro. Il Rosatelli, insomma, vola alto, altissimo. E l’ingegner Celestino ne sarebbe stato fiero.

 
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