I misteri ai tempi della pandemia: serve il visto alla frontiera per la validità di un test Covid dell'Asl confinante

I misteri ai tempi della pandemia: serve il visto alla frontiera per la validità di un test Covid dell'Asl confinante
di Raffaella Di Claudio
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Domenica 1 Novembre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:04

RIETI - Nonostante oggi i documenti italiani siano validi nella maggior parte degli stati europei, succede che un referto emesso da una Asl non sia ritenuto valido da quella confinante. E’ la storia di un tampone che per la Asl Roma 4 è negativo, mentre per l’omologa di Rieti non può essere tenuto in considerazione. Anche se entrambe le aziende ricadono nella stessa Regione che gestisce la sanità, un test eseguito in una non viene recepito nell’altra e il paziente lo deve ripetere. Ieri, Walter Consumati, ex consigliere comunale di Poggio Mirteto, si è recato al drive-in di Rieti per ripetere il tampone, senza nascondere la sorpresa e la perplessità che traspaiono dalla testimonianza resa a Il Messaggero.

«Qualche giorno fa – racconta - un positivo al Covid mi ha segnalato alla Asl come contatto e mi ha informato.

A quel punto, ho chiamato il mio medico che mi ha prescritto un test rapido e sono andato a Capena per eseguirlo. Era il 28 ottobre, 7 giorni dopo l’ultimo contatto con il positivo. Ho fatto il test antigenico ed è risultato negativo». Tutto risolto, ha pensato Consumati. Invece, no. 

«Il giorno dopo - continua - mi chiama la Asl di Rieti e mi comunica che da quel momento sarei stato in quarantena perché ero entrato in contatto con un positivo. Subito ribatto all’operatrice che ho tra le mani il referto della Asl Roma4 che attesta la mia negatività al Covid-19, ma mi risponde che non è valido, perché quel test non è affidabile». Inevitabile lo stupore.

«Sbalordito – aggiunge Consumati - chiedo spiegazioni rispetto a questa affermazione visto che quando ho fatto il test c’erano centinaia di persone (compresi medici, volontari della protezione civile, forze dell’ordine). Ma non c’è verso: la dottoressa ribadisce l’inutilità del test che ho eseguito e mi pone in isolamento, fissandomi il tampone rinofaringeo. Che ho fatto ieri: 5 ore di attesa e lo stesso identico tampone. Dal 29 sono in quarantena e ci resterò fino all’esito del test. Non ho parole: come è possibile che un test certificato da una Asl non venga riconosciuto da quella limitrofa? Che senso ha andare a fare quel test, perdere il proprio tempo, giornate intere trascorse in auto, se non è valido»? Misteri di una pandemia. 

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