Una reatina in Germania: «Qui si respira molta tristezza e prevalgono sfiducia e paura»

Germania (Archivio)
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 00:10

RIETI - «Qui la gente non ha voglia di parlare, c’è grande tristezza anche per la strada. I mercatini di Natale sono stati chiusi, si percepisce un sentimento generale di sfiducia e paura». A parlare è Carmela, reatina residente nel Sud della Germania da oltre quarant’anni. «La situazione qui non è certo bella, soprattutto in vista del prossimo Natale, che si prospetta contingentato, come ai tempi del lockdown della primavera del 2020. Ci sarà probabilmente concesso di vedere solamente i familiari e non più di cinque persone non vaccinate contemporaneamente».

La descrizione
In Germania la situazione allarma, si legge di terapie intensive al collasso e di una disorganizzazione dell’intero sistema sanitario, che non prevede un commissario come in Italia, ma il normale iter amministrativo e burocratico che, inevitabilmente, rallenta i processi. «I vaccinati sono pochi, non arrivano al settanta per cento - aggiunge Carmela - anche perché in molti stanno aspettando questo nuovo vaccino che dicono stia per essere approvato, il Novavax.

Intanto, nella cittadina dove abitiamo noi, ogni lunedì c’è una piccola manifestazione in piazza, con partecipanti più che altro riferibili a gruppi di stampo neonazista». La situazione grave degli ospedali sembra essere attribuibile soprattutto alla mancanza di medici, infermieri e operatori sanitari. «La situazione negli ospedali era già critica prima del Covid - osserva la donna reatina - manca il personale, già da tre anni arrivano infermieri dall’estero, ed è per questo, principalmente per mancanza di operatori, che si chiudono reparti o ospedali. Il Covid ha peggiorato tutto, medici e infermieri sono al limite, mia figlia fa l’infermiera e lavora dodici giorni consecutivi senza riposo. In una casa di cura qui vicino si contano due infermiere per 63 ospiti anziani, non ce la fanno a gestirli».

I provvedimenti
È inoltre notizia di queste ultime ore che in Germania si torna ad impedire le visite dei parenti nelle case di riposo, «ma stanno pensando anche di chiudere cinema e stadi, dove ci sono stati molti contagi, soprattutto dopo i festeggiamenti per le partite». La reatina racconta di una situazione leggermente diversa da quella che viviamo in Italia, anche in merito al Green pass: «Qui si chiama diversamente ma, di fatto, è la stessa cosa, è un qr code che mostri all’ingresso e vai a ritirare in farmacia dopo il vaccino. Se non sei vaccinato, oppure guarito dal Covid, non puoi entrare in alcuni luoghi come ristoranti o musei, non basta il tampone. L’obbligo vaccinale per il lavoro si dice che, probabilmente, scatterà da gennaio o febbraio del prossimo anno. Al momento, per svolgere ogni tipo di impiego, se non sei vaccinato, devi fare il tampone ogni giorno, se invece lo sei devi farlo due volte alla settimana. Il tampone rapido in farmacia costa circa quindici/venti euro, se non sei vaccinato lo paghi da solo, se invece lo sei lo paga due volte su tre lo Stato. Se invece sei positivo, la quarantena di quattordici giorni è pagata solo se sei vaccinato». Ospedali in affanno, dunque, e procedure per vaccinarsi che appaiono poco snelle. «Qui è stata adibita a centro vaccinale una vecchia scuola - spiega la donna - per la terza dose ti arriva un avviso online, per le altre dosi si va senza appuntamento e ci sono file molto lunghe. Si vive un’atmosfera strana, nella mia zona i tedeschi reclamano la libertà. Da noi al chiuso c’è l’obbligo della mascherina di tipo Ffp2, eppure spesso sono indisciplinati o abbassano la guardia, e si sono riscontrate molte truffe relative alla falsificazione dei certificati vaccinali. Adesso i controlli sono diventati più rigidi e i locali che non fanno rispettare le regole sono costretti a chiudere». Nel frattempo, in Germania si ventila l’idea di inserire l’obbligo vaccinale anche in chiesa e nei negozi. «C’è malumore, io temo che, se si continua così, le altre patologie rischieranno di essere trascurate. Non conosco nel dettaglio la situazione globale, ma so di nostri concittadini che sono stati portati via da qui. Li portano ad Amburgo o a Berlino, come un giovane pizzaiolo italiano mio amico, unico non vaccinato nella sua famiglia, che adesso è nella terapia intensiva di Amburgo: hanno detto ai suoi che ha solo il venti per cento di possibilità di farcela. Un altro concittadino di quarant’anni, anch’esso non vaccinato, è stato invece appena portato all’ospedale di Kenten». Nostalgia dell’epoca Merkel, conseguenze del nuovo Governo? «È presto per dirlo, al momento stiamo vivendo un momento di transizione, vedremo solo tra qualche mese i risultati. Nel frattempo, speriamo che le cose migliorino. E abbiamo tanta nostalgia dell’Italia e di Rieti, dove tornavamo tutti gli anni a trovare i parenti. Quest’anno li abbiamo fatti qui, i dolci natalizi tipici del centro Italia: ma non hanno lo stesso sapore».

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