Rieti, coronavirus, la ricercatrice
Valentina Rossi in Svezia:
«Approccio light all'emergenza,
ma gli anziani poco protetti»

Valentina Rossi
di Mattia Esposito
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Domenica 3 Maggio 2020, 12:59

RIETI - L'approccio del mondo all'emergenza Covid-19 ha tante facce e risvolti, un argomento motivo di dibattito sociale e politico. La pandemia ha portato le nazioni europee e mondiali a tracciare linee guida differenti, spesso in contrasto tra loro. Tra i modelli più "discussi" c'è quello svedese, basato sostanzialmente su fiducia reciproca e distanziamento sociale, senza particolari restrizioni.

A raccontarci cosa accade è una ricercatrice reatina, Valentina Rossi, 30 anni, che dopo aver conseguito la laurea in Biotecnologie agrarie e alimentari, sta svolgendo un dottorato industriale in patologia vegetale presso una azienda sementiera a Landskrona, ad una manciata di chilometri dalla più famosa Malmö: «Cosa mi ha portato fino a qui? La voglia e la necessità di lavorare - racconta Valentina - Finiti gli studi, in Italia non ho trovato molta fortuna. Quando mi è capitata l'occasione di partire per la Svezia non ci ho pensato due volte. Il dottorato mi terrà impegnata per i prossimi tre anni, poi vedremo».

Ma come vive un italiano, consapevole di quanto sta accadendo da noi, il modello svedese?: «Come la maggior parte dei nostri connazionali qui, anche io ho criticato duramente il modello svedese, invece qui si percepisce grande fiducia nei confronti del Goveno. Devo però ammettere che questa strategia non si sta rivelando un completo disastro come molti avevano previsto, ma in Italia sarebbe stato impossibile applicare lo stesso modello per tanti motivi: abitudini, densità di popolazione e gravità della situazione completamente differenti. Personalmente - continua Valentina - pur evitando il lockdown avrei comunque preso qualche precauzione in più soprattutto per proteggere gli anziani nelle Rsa, qui in Svezia sono le vittime indiscusse della pandemia».

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito quello svedese un "modello da seguire per ritornare alla normalità", una "normalità", quella svedese, che Valentina racconta nel dettaglio: «Qui ci sono opportunità di lavoro - spiega-, cosi come attenzione al benessere del singolo individuo e equilibrio tra vita lavorativa e quella privata. La qualità della vita è molto alta, con sussidi per studenti e disoccupati e aiuti alle famiglie. Gli svedesi sono riservati e attenti alla privacy, per questo non è sempre facile inserirsi in gruppi sociali». 

Sono tanti i chilometri che separano Valentina dalla sua terra, Rieti e l'Italia, cosi come dai suoi affetti: «Pur essendo lontana ho a cuore la situazione in Italia - ci dice-, senza dubbio le conseguenze economiche e sociali saranno devastanti. Le nostre vite sono state stravolte e sarà difficile tornare alla normalità. Mi auguro usciremo da questa situazione più solidali, e da ricercatrice che si attribuisca maggiore fiducia alla scienza». 

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