Rieti, coronavirus, l'operatrice socio
sanitaria Alessandra Lomuscio
in Trentino: «Nessun contagio
nella rsa, solitudine e sicurezza»

Alessandra Lomuscio
di Mattia Esposito
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Martedì 5 Maggio 2020, 11:20

RIETI - In tutta Italia sono state le Rsa le strutture maggiormente colpite dal coronavirus. A raccontarci una piccola fetta di quello che accade in Italia è l’Oss reatina Alessandra Lomuscio, direttamente dal Trentino: «Lavoro a Trento come operatrice socio-sanitaria in una Rsa della provincia - racconta - fortunatamente è una delle poche strutture a non avere, ad oggi, casi accertati di Covid 19. Già prima dell’11 marzo il mio ente aveva deciso di chiudere la struttura ai familiari degli anziani per una maggiore tutela, oltre ad avere adottato altre misure utili al contrasto della diffusione del virus». Una vicenda che, come tutte, ha anche il rovescio della medaglia: «Gli anziani si sono ritrovati senza le visite quotidiane. Abbiamo organizzato un servizio per le videochiamate, ma non sempre basta per tirare su il morale. Ora più che mai, insieme ai miei colleghi, ci stiamo impegnando per rendere più leggere le loro giornate: ci improvvisiamo parrucchieri, estetisti, barbieri ed esperti giocatori di briscola, ma soprattutto confidenti, persone con cui parlare e confrontarsi, provando a regalare loro sorrisi, anche se nascosti dietro una mascherina».

Il Trentino è una delle Regioni italiane a Statuto Speciale, ma anche li, ovviamente, si sono adottate tutte le misure per limitare il numero dei contagi: «L’Azienda sanitaria trentina sta effettuando tamponi sulla popolazione praticamente da inizio emergenza – spiega Alessandra - anche se sembra presto per cantare vittoria sembra che la percentuale dei contagi stia diminuendo. Si sono abbassati drasticamente anche i ricoveri in terapia intensiva e la maggior parte delle persone usufruisce dell’assistenza domiciliare. Le persone hanno seguito le regole con rigore fin da subito: da un giorno all’altro mi sono trovata ad andare a lavoro percorrendo strade deserte».

Per tutti gli operatori della sanità però nessuno stop: «Per me è stata una mezza quarantena, visto che in questo periodo ho sempre lavorato, limitando al massimo il resto delle uscite. Il mio fidanzato (Federico, ndr), anche lui Oss presso una Rsa, ha invece dei pazienti infetti, quindi nonostante tutte le precauzioni del caso è fondamentale limitare al massimo spostamenti e contatti con altre persone. Ho messo da parte oramai l’idea di tornare a breve a Rieti, non mi sentirei sicura visto il lavoro che faccio, ma prima o poi tornerò ad abbracciare i miei genitori, i miei fratelli, mia sorella e i nipotini».

Intanto però questa emergenza, sotto il profilo della gestione sanitaria, lascia in dote qualche insegnamento: «Non voglio entrare nel merito dei tagli alla sanità – precisa Alessandra-, o se si è fatto tutto il possibile in questa emergenza. Lascio queste considerazioni a chi è più preparato in materia, ma una cosa è certa: bisogna ringraziare tutti gli operatori sanitari che non si sono mai fermati, un aspetto che dimostra che la nostra sanità deve essere valorizzata e supportata. Il futuro? Non so bene come cambierà la nostra vita, confido nella responsabilità delle persone e spero si possa tornare alla normalità in fretta, magari apprezzando e godendosi fino in fondo tutte quelle piccole cose che ora ci stanno mancando».

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