Rieti, coronavirus: riapre oggi il ristorante
a servizio delle ditte del polo della logistica

Eleonora Di Tommaso e Luigina Foroni
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 19 Maggio 2020, 00:59 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 21:09
RIETI -  Coronavirus: riapre oggi il ristorante a servizio delle ditte del polo della logistica.
Dopo due mesi di solo asporto, le titolari hanno ripreso dalla cassa integrazione i cinque dipendenti.
Luigina Foroni e Eleonora Di Tommaso sono mamma e figlia e due anni fa hanno aperto il loro ristorante “La locanda delle Noci”, in via Ternana 30 a Passo Corese. Pur provando a fare previsioni in avanti, l’arrivo di una pandemia non poteva essere messo in conto. Quando nei primi giorni di marzo l’emergenza Covid-19 ha imposto la chiusura della loro attività di ristorazione e pizzeria che opera nell’arco dell’intera giornata si sono dovute adattare. Così nei mesi del lockdown hanno deciso di non fermarsi, per continuare a fornire il proprio servizio, per quanto rivisto e corretto in base ai decreti governativi. Come fare? Da sè. Con lo stop dell’attività sono dovute ricorrere alla cassa integrazione per i cinque dipendenti del ristorante, di conseguenza mamma e figlia si sono dovute sobbarcare la totalità del lavoro. In due sono riuscite a garantire il servizio a domicilio prima e da asporto poi. Tutto in due, o meglio: in due e un pancione, quello di Eleonora in dolce attesa di Ludovica che sta per nascere. Oggi ripartiranno. Con un locale grande ma meno affollato e l’ottimismo che diventa un imperativo da seguire.
Quando si ricomincia?
«Riapriamo a pranzo e già ci hanno chiamato i dipendenti delle ditte che lavorano nel polo della logistica perché, soprattutto all’orario del pranzo, lavoriamo molto grazie alla zona industriale. Viste le richieste, abbiamo ripreso dalla cassa integrazione tutti i dipendenti che saranno di nuovo operativi».
Come cambierà il servizio?
«I clienti, a differenza di prima, dovranno entrare a ristorante con la mascherina. I tavoli sono stati posizionati a distanza di un metro uno dall’altro. Le persone che appartengono allo stesso nucleo familiare, potranno mangiare insieme allo stesso tavolo. Tutti gli altri devono rimanere lontani un metro. Prima, nella sala interna c’erano 100 posti e all’esterno 80. Ora, dentro, entrano 30 persone e 40 fuori, perché siamo riuscite a fare un ampliamento».
Come sono stati questi mesi?
«Avendo tutte le persone in cassa integrazione siamo state al ristorante io e mia mamma – spiega Eleonora - io sono al nono mese di gravidanza: pensavo di poter fare come succede alla maggior parte delle persone e trascorrere l’ultimo mese a casa e invece ho dovuto lavorare perché eravamo da sole e non potevamo permetterci di tenere i dipendenti con il ristorante chiuso per tre mesi».
Ora si riaccendo forno e fornelli, ma le paure?
«Le preoccupazioni ci sono. I costi sono rimasti gli stessi. Nei tre mesi di chiusura abbiamo continuato a pagare affitto, tasse e contributi. Riapriamo dovendo sostenere le spese di sempre, ma con la consapevolezza che i ricavi saranno dimezzati, visto che nel ristorante entrano le metà delle persone. Nonostante questo, siamo ottimiste. Per forza: non possiamo permetterci di non esserlo e speriamo che presto torni tutto come prima».
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