Rieti, coronavirus, Margherita Vinciguerra
a Londra: «Spero di riabbracciare
presto i miei cari, ora torni
in Italia chi ha più bisogno»

Martina Vinciguerra
di Matteo Di Mario
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Martedì 28 Aprile 2020, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 12:21

RIETI – Trovarsi all’estero durante l’emergenza coronavirus non è facile, ma tanti giovani reatini stanno affrontando con coraggio questa delicata situazione, riorganizzando abitudini e stili di vita. È il caso di Margherita Vinciguerra, studentessa reatina in Giurisprudenza all’Università di Teramo che, dallo scorso settembre, si trova a Londra per un’esperienza lavorativa annuale all’interno di un café della Deutsche Bank nei pressi di Liverpool Street. Con lei abbiamo parlato dei cambiamenti della sua quotidianità, ma anche del modo in cui il Regno Unito sta affrontando la pandemia e del rapporto con famiglia e amici.

Margherita, come sta vivendo questo delicato periodo lontano da casa? Sta continuando a lavorare regolarmente?
«È un periodo molto strano. Londra è una città frenetica, ma quando il governo ha annunciato il lockdown, il 23 marzo, ho avuto l’impressione che tutto si fosse fermato improvvisamente. Camminare per le strade di Liverpool Street il giorno dopo in ora di punta e non trovare nessuno, è stata per me una delle immagini più emblematiche e significative di sempre. Attualmente lavoro in una compagnia all'interno di una delle banche più importanti del paese, la Deutsche Bank, la quale, per motivi finanziari, non può chiudere. Tuttavia, sin dall'inizio, sono state attuate misure di prevenzione del contagio: l'edificio è stato diviso in due parti e tutti i dipendenti sono stati divisi in due diverse aree, così da limitare quantomeno l'affollamento degli spazi comuni. Tra l'altro, nelle ultime due settimane, molti hanno iniziato a lavorare in modalità smart working e quindi i turni lavorativi si sono ridotti drasticamente».

A suo avviso, Londra sta adottando i giusti comportamenti per affrontare l’emergenza sanitaria? In altre zone del Paese i provvedimenti le sono apparsi simili o diversi rispetto alla Capitale?
«Fin dall'inizio, a Londra la situazione è stata presa molto alla leggera, nonostante si sapesse cosa stava accadendo da settimane in Paesi come l’Italia. Vorrei poter dire che, ad oggi, sia cambiato il modo in cui il Governo sta gestendo questa crisi, ma purtroppo non è così, o almeno non come dovrebbe essere. L' Underground potrà pur esser vuota, così come le principali zone turistiche della città, ma basta spostarsi un po' per vedere strade e parchi pieni di persone che non rispettano le indicazioni date dall’esecutivo, come, ad esempio, fare attenzione alla distanza fisica tra individui, evitare assembramenti, indossare la mascherina e uscire il meno possibile».

Sente spesso la sua famiglia?
«Fortunatamente sento i miei genitori quasi ogni giorno. Sono molto preoccupati per me e mi tengono aggiornata sulla situazione italiana».

Le manca Rieti? Dall’inizio della pandemia ha mai pensato di voler rientrare in Italia?
«Ho pensato molte volte di rientrare in Italia che, al momento, ritengo molto più sicura di Londra. Tuttavia, ho scelto di non farlo per non mettere in pericolo sia i miei cari sia me stessa. Ho scelto di riservare i voli a chi ne ha più bisogno, sperando di poter tornare quanto prima per riabbracciare amici e parenti».

Vuole lanciare un messaggio particolare ai lettori?
«Vorrei mandare un augurio speciale a tutti i lettori, nella speranza che questo brutto periodo possa passare in fretta.

Inoltre, mi piacerebbe mandare un abbraccio affettuoso a tutti i miei amici e ancor di più a mia madre, mio padre e mia sorella. Senza loro tre non sarei qui a fare questa esperienza che, nonostante tutto, si sta rivelando una delle più belle della mia vita. Come ci auguriamo tra noi, ormai da mesi, qui in UK: “Stay safe everyone! We'll get through this together”».

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