Rieti, coronavirus: Asl, la scelta
di legali esterni al foro reatino
scatena la polemica.
La replica della Asl reatina

Ospedale de Lellis
di Giacomo Cavoli
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Domenica 3 Maggio 2020, 01:31 - Ultimo aggiornamento: 16:15
RIETI - Coronavirus: uno studio capitolino si occuperà, per la Asl di Rieti, di eventuali cause legate al Covid-19.
Innesca la polemica politica di Fratelli d’Italia e di Nome Officina Politica e fa sobbalzare dalla sedia gli avvocati reatini la decisione della Asl di Rieti di costituire una task force di supporto legale per la risoluzione dei contenziosi che potrebbero sorgere a seguito dell’emergenza Covid-19. La delibera, firmata dal direttore generale della Asl di Rieti, Marinella D’Innocenzo, ha infatti assegnato per un anno l’incarico allo “Studio Legale DS e Associati” degli avvocati del Foro di Roma Guido De Santis, Davide Tedesco ed Emanuele Condò, con un importo complessivo di 45mila euro.

Le perplessità
«È una delibera che ci lascia stupiti - commenta Attilio Ferri, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rieti. - Per ora, non daremo pareri sulla sua legittimità o meno, prima di averla studiata, perché è giusto procedere per gradi, ma ad una prima impressione mi lascia perplesso la valutazione di urgenza utilizzata per giustificare l’assegnazione di incarichi, per una somma non irrilevante, che dovranno fornire un parere di natura preventiva sui rischi che corre un’ Asl la quale, al suo interno, ha un ufficio legale e possiede coperture assicurative. Per adesso, ciò che in qualità di Foro reatino possiamo dire, è che non sono state adeguatamente valutate le risorse professionali del territorio e degli iscritti all’albo. La legislazione emergenziale fornisce la possibilità di uscire fuori dalle regole, ma bisogna vedere se una decisione del genere vi rientra, perché non si tratta di acquistare dispositivi di protezione individuale ma di valutare rischi e danni di ipotetici e futuri contenziosi. Si è scelta la via dell’affidamento diretto, bypassando l’albo degli avvocati esterni dell’ Asl: valuteremo perché è stata fatta questa scelta, poiché non stato dato neanche atto della motivazione dell’affidamento dell’incarico». I dubbi proseguono, in vista di future considerazioni a breve. «Analizzeremo - osserva Ferri - anche la valutazione fatta riguardo le specializzazioni, considerato che in una situazione del genere sono molte quelle richieste e che tra i professionisti reatini si sarebbero potute facilmente rintracciare. Al momento nessuna opzione è esclusa, compreso il ricorso al Tar o la richiesta di revoca in autotutela».

Il nodo
I legali pongono in evidenza anche un secondo aspetto. Il presidente dell’Associazione italiana giovani Avvocati di Rieti, Giuseppe Morgante, si concentra sulla congruità del compenso pattuito fra la Asl di Rieti e gli avvocati romani: «Andrebbero approfonditi non tanto i temi legati alla discrezionalità nel conferimento, quanto alla congruità del compenso previsto per i colleghi, in quanto è proprio quello il discrimine che potrebbe violare deontologicamente il rapporto tra chi eroga il compenso e chi lo riceve - spiega Morgante. - Esamineremo e verificheremo tutti i profili, ma certo avremmo preferito che a ricevere l’incarico fossero stati gli avvocati del Foro di Rieti, dove ci sono anche molti giovani che sarebbero stati in grado di affrontare tematiche del genere».

La replica della Asl
La Direzione Aziendale della Asl di Rieti, con deliberazione Aziendale 426 del 28 aprile 2020 ha deciso di affidare un incarico di supporto, assistenza e consulenza legale per problematiche connesse all’emergenza Covid 19 allo Studio Legale DS e Associati con sede a Roma per un costo al lordo dell’IRPEF, pari ad euro 36.000 per l’intero anno. Il provvedimento, oltre ad essere totalmente legittimo (art.1 L. n. 165/2001) garantisce l’osservanza dei criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità, di imparzialità e trasparenza di cui (art.1, comma 1°, L. n. 241/1990 come modificato dalla L. n. 15/2005) coerentemente con il vigente Piano Triennale Aziendale della Prevenzione della Corruzione e del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità.

La decisione è stata assunta secondo un criterio di competenza, vista la ventennale esperienza dello Studio professionale al supporto di strategia legale delle Direzioni Aziendali nella fase precontenziosa e secondo il principio costituzionale di terzietà, lungi dall’essere un atto di sfiducia nei confronti dei professionisti della provincia di Rieti e della stessa Asl, che come tutti gli avvocati reatini ben sanno, non dispone di un Ufficio Legale con Avvocati professionisti, bensì di un solo servizio di Affari Generali e Legali con personale amministrativo.

La Asl continua ad utilizzare, per la gestione di numerosi contenziosi, Avvocati reatini, alcuni oramai da numerosi anni, senza che nessuno di loro abbia mai posto questioni sulla necessità di utilizzazione di altri criteri di affidamento, peraltro sempre necessariamente di carattere fiduciario da parte dell’Azienda, così come per l’affidamento degli incarichi di tipo assicurativo, sempre affidati agli stessi Avvocati reatini. Ma superata la pandemia e fatto il bilancio delle azioni che hanno portato una provincia con ben 83 Strutture per anziani a superarla, potremo affrontare con serenità a chi, come e con quali competenze e assenza di conflitti d’interesse, affidare gli incarichi.

Detto ciò, decontestualizzare tale affidamento, con parallelismi inopportuni quanto strumentali con l’attività di prevenzione e contenimento della pandemia è da irresponsabili, oltre ad essere denigratorio nei confronti di decine di operatori sanitari aziendali che da circa due mesi stanno lavorando per debellare il virus.

L’Azienda Sanitaria Locale di Rieti, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e della Regione Lazio, sino ad oggi ha effettuato presso l’ospedale provinciale e il territorio 15mila tamponi orofaringei, con ulteriori tamponi eseguiti ad alcune Stazioni di Forze dell’Ordine e alla Polizia penitenziaria. Ad oggi il numero di tamponi effettuati sul personale sanitario ha raggiunto l’87% del totale. L’Azienda inoltre, sta iniziando l’effettuazione dei test sierologici all’interno di una indagine di sieroprevalenza nazionale che, come da indicazioni della Regione Lazio, verranno eseguiti prioritariamente agli operatori sanitari, agli operatori delle ditte operanti nelle strutture ospedaliere, a tutte le Forze dell’Ordine e presso le Comunità ristrette quali RSA, Case di riposo, Comunità alloggio etc.

Presso il Pronto Soccorso dell’ospedale de’ Lellis di Rieti è stato inoltre installato un macchinario utilizzato per i pazienti in ingresso, che effettua tamponi rapidi basati sulla rilevazione del frammento virale principale presente nelle secrezioni respiratorie. Sono invece 652mila 339, quindi più di mezzo milione, i DPI (dispositivi di protezione individuale) forniti sino ad oggi al personale sanitario della Asl.

In merito all’attività del Laboratorio Analisi aziendale, ribadiamo il concetto più volte sottolineato, anche pubblicamente. L’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio ha individuato dei lavoratori Hub di riferimento in tutta la regione per l’effettuazione dei test molecolari. Il nostro centro di riferimento è attualmente il Gemelli insieme al S.Camillo e al Campus Biomedico e tutta l’attività è certificata dallo Spallanzani. Se la Regione dovesse decidere di ampliare la rete ed inserire in questa anche il nostro Laboratorio, ci attiveremo immediatamente per predisporre le apparecchiature necessarie per eseguire i test.  

Comprendiamo che in questo momento polemizzare sul Sistema Sanitario richiama l’attenzione dei cittadini, molto provati dalla pandemia, ma di fronte a un evento epocale del genere, che ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere oltre a svelare la mediocrità di alcune scale valoriali, non si può in alcun modo continuare a ripetere sé stessi.  E chi lo fa, è perché è rimasto vittima del suo stesso slogan, delle sue stesse cieche convinzioni demagogiche e strumentali. Per loro, la dimensione del Coronavirus è nient’altro che uno strumento per amplificare il proprio consenso, un nuovo scenario nel quale andare ad applicare la propria formula, che spesso non ha nulla a che vedere col bene comune, con la salute dei cittadini, che vale per noi molto di più delle mediocri e sterili polemiche, a fronte di tanta fatica per azzerare i contagi e tutelare la salute pubblica.
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