Lucio Battisti, concerto a Rieti per ricordare gli 80 anni della nascita, ma l'ingresso è "libero" solo per 35 persone. Gli appassionati in coda: «Ci hanno preso in giro»

La maggior parte dei posti era già stata assegnata a "invitati": dipendenti comunali, assessori, autorità, agenti della Polizia di Stato

Teatro (Archivio)
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 24 Marzo 2023, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 12:33

RIETI - "Ingresso libero fino ad esaurimento posti",  diceva chiaramente il comunicato stampa inviato mercoledì sera in merito al concerto "Una Banda per Lucio", programmato al Teatro Flavio Vespasiano per oggi pomeriggio alle 18.30. Doveva essere un omaggio a Lucio Battisti per i suoi ottant'anni, con la Banda della Polizia a suonare, e due ospiti d'eccellenza come Mario Lavezzi e Mogol. È stato un oltraggio ai cittadini. Cittadini che si sono pazientemente messi in coda arrivando anche da Borbona, Torricella in Sabina, Ornaro.

"Sto qui dalle 16.30 -  dice la signora Maria Antonietta - ci tenevo particolarmente, da giovani dalla Piana andavamo a sentire la Formula 3 a Poggio Bustone, e ci arrivavamo a piedi".

Lacrime agli occhi sia per lei che per Laura, che ricorda quando regalò 50 centesimi al chitarrista per comprare un plettro. E lacrime agli occhi non è un'esagerazione giornalistica, per due signore che sono cresciute con le canzoni di Lucio e speravano di rivivere quelle emozioni. I posti per il pubblico "normale" erano solo 35, di fatto. La lunga fila di persone del lato sinistro guardando il teatro, composta da circa un centinaio di cittadini comuni, è stata interrotta con transenne sbarrate a tal numero. Sul lato destro erano invece in ingresso gli "invitati", con tanto di lista d'attesa cartacea spuntata man mano, foglio alla mano: dipendenti comunali, assessori, autorità, agenti della Polizia di Stato. Con prole, genitori, consorti al seguito. Proteste, fischi e dibattito molto acceso tra coloro che non sono riusciti ad entrare. Ovvero, di fatto, tutta la città "comune", a parte 35 persone.

 

"È una grande scorrettezza, lo scriva", incalzano. "Questa cosa offende la dignità della persona - dice Maria Adele - non si organizzano così le cose, ci offendono come cittadini. Abbiamo perso un pomeriggio, atteso più di un'ora in piedi. Bastava far pagare un biglietto, accreditarsi in qualche modo. Il comunicato è stato ingannevole". Maria arriva dalla Sabina: "Ho visto la locandina, mi sento presa in giro. Ci stanno facendo sentire inferiori. Abbiamo visto entrare amici degli amici dei musicisti".

Maria Laura e il marito vengono da Quattro Strade: "Ci piaceva Lucio, abbiamo letto ingresso libero, non possiamo pagare tutto, questo ci piaceva. Invece nulla". In fondo alla fila, qualcuno era in trepidazione sperando in una foto con Mogol, uno degli ospiti annunciati che invece - sentito da Il Messaggero ieri alle 15 - avrebbe mandato solo un videomessaggio. Peccato, perché davvero poteva essere una bella occasione per cantare tutti, una festa per la città. Insomma, dove essere un "canto libero". Invece è stato un canto a invito. 

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