Cisterna esplosa, i familiari delle vittime: «Possiamo sperare di avere giustizia»

Andrea Maggi e Stefano Colasanti, le due vittime
di Raffaella Di Claudio
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Giovedì 5 Maggio 2022, 00:10

RIETI - Dopo la rabbia, per i familiari del vigile del fuoco Stefano Colasanti e di Andrea Maggi è il tempo della fiducia. La notizia del rinvio a giudizio dei tre indagati per l’esplosione della cisterna di carburante avvenuta all’interno del distributore sulla Salaria per Roma, nei pressi della frazione farense di Borgo Quinzio, riporta speranza nei familiari delle due vittime di Rieti e Borgo Santa Maria.
A febbraio 2021, la richiesta di archiviazione presentata dalla procura della Repubblica perché non era stata depositata la perizia che doveva far luce su cause e responsabilità dell’incidente, era stata ritenuta inaccettabile dalle famiglie di Colasanti e Maggi che tramite i propri legali avevano presentato opposizione. Oggi l’atto che segna l’inizio del processo non cancella il dolore dei parenti per la perdita di Stefano e Andrea, ancora vivo a distanza di tre anni e mezzo dalla tragedia, ma apre una fase nuova nella ricerca di giustizia per i propri cari. 
La famiglia Colasanti esprime «soddisfazione per la decisione del rinvio a giudizio dei tre indagati per l’esplosione della cisterna nella stazione di servizio lungo la Salaria» e si dice “fiduciosa dell’operato della magistratura e per il proseguo del procedimento penale». Soddisfatto anche Roberto Maggi, fratello maggiore di Andrea, 30enne residente a Borgo Santa Maria ucciso dall’onda d’urto e dalle fiamme divampate a seguito dell’esplosione. «Accogliamo con ottimismo il rinvio a giudizio. Si comincia finalmente a muovere qualcosa – commenta Roberto – In questi anni io e la mia famiglia non ci siamo mai fermati e ringraziamo il nostro avvocato Bruno Mattei per quanto sta facendo. Dall’inizio, chiediamo soltanto che venga fatta giustizia, perché un colpevole per quello che è accaduto c’è. Mio fratello non è morto per un destino sfortunato, come volevano farci credere: purtroppo, qualcuno ha sbagliato e deve assumersene le responsabilità. Lo dobbiamo ad Andrea, ma anche al figlio Flavio che, all’età di 10 anni non ha più un padre e il suo futuro è stato irrimediabilmente compromesso. Suo padre non potrà averlo indietro, ma giustizia sì. Il percorso – conclude Roberto – è ancora lungo, però finalmente, con l’apertura del processo, abbiamo un appiglio a cui aggrapparci».

I tanti feriti. I familiari di Colasanti e Maggi sono solo alcuni dei nomi inseriti nel lungo elenco delle parti offese nel quale figurano pure i tanti feriti che nell’esplosione hanno riportato ustioni e lesioni di diversità gravità.

Tutti gli indagati - l’autista del camion e i coniugi gestori della stazione di servizio - dovranno rispondere, in base alle contestazioni del sostituto procuratore Lorenzo Francia, di cooperazione colposa dovuta a comportamenti omissivi sul rispetto delle misure di sicurezza e di procedura in occasione del rifornimento del carburante gpl dalla cisterna al serbatoio interrato del distributore. 

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