La riconoscenza del Circo per il sostegno a Rieti nel 2020 con lo stop per la pandemia

Circo a Rieti
di Sabrina Vecchi
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Lunedì 7 Novembre 2022, 00:10

RIETI - Era l’ottobre 2020 quando Il Messaggero alzava i primi appelli per il circo Rolando Orfei, rimasto bloccato nel piazzale del PalaSojourner dalle disposizioni dovute alla pandemia. Fermi insieme agli artisti, c’erano anche i loro animali: zebre, cammelli, tigri, canguri, cavalli, caprette e l’elefantessa Andra, morta lo scorso anno per un cancro all’utero. I reatini, che - diciamolo - quando c’è bisogno non si tirano mai indietro, risposero in massa. Non solo enti pubblici e privati, ma anche associazionismo, scuole, supermercati e tanti cittadini si adoperarono per portare sussidi alle persone e nutrimento per gli animali. «Io e le mie bambine adottammo il dromedario - racconta un medico dell’ospedale de Lellis - ogni giorno ci occupavano di lui con cibo e carezze». Stessa cosa fecero altri residenti della zona per aiutare i circensi, che in quell’ospedale lasciarono il loro punto di riferimento, il capocirco Fiorentino, vittima del Covid. La carovana riuscì a ripartire da Rieti e a ricominciare a lavorare solo molti mesi dopo, quando le leggi lo permisero. E quel piazzale vuoto su cui si lesse la scritta «Grazie Rieti» mise tanta tristezza a tutti.

La gratitudine. Ma la famiglia del circo non dimentica quanto è stato fatto in termini materiali e affettivi. «Quando siamo arrivati a Terni e ho visto i cartelli stradali per Rieti ho avuto un tuffo al cuore - dice dalla sua casa itinerante la signora Francesca. - Non avrei mai pensato di voler lasciare la vita nomade, ma se non fosse per la famiglia che richiede la mia presenza avrei comprato casa lì, a Villa Reatina, che ci ha fatti sentire componenti di una comunità».

Per ricambiare quell’affetto e far sì che il “grazie” non fosse solo simbolico, il circo Rolando Orfei ha invitato tanti reatini ad assistere gratuitamente allo spettacolo di Terni. «Ci avete visti tristi, inattivi. Era giusto che ci vedeste mentre lavoriamo, perché anche voi avete permesso tutto questo. E non dimentichiamo il grande affetto ricevuto anche per la morte del nostro elefante: un dolore che ci portiamo ancora dentro». La vita prosegue e non è facile per i circensi, soprattutto per i rincari del carburante che gravano sui tanti mezzi della carovana. «Ma non ci lamentiamo, lavoriamo e portiamo un sorriso sui volti delle persone, questo è l’importante». Sotto il tendone lo spettacolo luccica negli occhi di grandi e piccini, i clown gonfiano palloncini, i giocolieri agitano le clavette. Francesca accudisce la vispa nipotina Heleyn, mentre i genitori lavorano: «Quando eravamo a Rieti aveva quattro anni, non era mai stata ferma tanto tempo nella stessa città: le parlo di voi spesso, non deve dimenticare il vostro grande cuore».

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