Rieti, danni dei cinghiali ai terreni: allarme nella bassa Sabina

Cinghiali
di Samuele Annibaldi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Agosto 2021, 00:10

RIETI - Si torna a parlare dell’emergenza cinghiali, dopo che negli ultimi giorni la bassa Sabina ha visto un aumento esponenziale dei raid notturni in campi e orti, con devastazioni e raccolti compromessi. Appelli e soprattutto allarme anche da Coldiretti, che di recente ha parlato di 20mila esemplari stimati sui monti e colline del Reatino con danni di milioni di euro alle colture. Fara in Sabina è stata terreno fertile per gli ungulati, con segnalazioni e richieste di intervento. È di ieri una nota dell’assessore all’Ambiente farense, Giacomo Corradini, che dice che il monitoraggio è costante e insieme all’Atc Ri1 si è pronti a intervenire. «Continuiamo a monitorare in modo costante la situazione dei danni causati dalla fauna selvatica - dichiara Corradini. - Siamo in stretto contatto con l’Atc Ri1 per eventuali azioni da mettere in campo rispetto all’emergenza cinghiali. L’Atc Ri1 ha già attivato da due anni la caccia di selezione anche sul territorio di Fara in Sabina ed è pronta, in sinergia con il Comune, a individuare altri punti-sparo laddove necessario, secondo le indicazioni della normativa vigente. Sappiamo che le restrizioni antiCovid hanno avuto un impatto diretto sulla gestione faunistica, poiché è stato impossibile mettere in atto alcune attività, come le braccate che sono drasticamente diminuite, dando la possibilità ai cinghiali di riprodursi in gran numero. Questo ha determinato delle criticità che con gli Enti preposti stiamo gestendo. Ringrazio il Presidente dell’Atc Ri1, Filippi, il direttore dell’Atc Pettini e i consiglieri di zona per l’attenzione e l’immediata disponibilità dimostrata».

Le critiche
Intanto, rispetto al ricorso alla caccia di selezione o a una recente norma della Regione secondo la quale, anche nei territori delle Aree Protette, in caso di inerzia degli Enti nell’attuazione dei piani di gestione della fauna selvatica per le specie in sovrannumero, la Regione potrà esercitare i poteri sostitutivi affidando ai proprietari dei terreni, muniti di porto d’armi, il compito di abbattere i capi, arrivano le critiche di Legambiente Lazio, che definisce la norma «in grado di scatenare un far-west.

Il cinghiale è una specie in grande sovrannumero - ricordano da Legambiente - va ridotta drasticamente la sua popolazione attraverso le regole esistenti: ove possibile gabbie per le catture anche finalizzate all’alienazione dell’animale. La nostra associazione, insieme a Coldiretti, Federparchi e Regione, ha firmato due anni fa un protocollo per il contrasto dei cinghiali in sovrannumero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA