Rieti, altre chiusure in città
ma c'è chi tenta il rilancio

Negozio chiuso in via Cintia
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 13:50
Un'emorragia lenta, inarrestabile, negli ultimi mesi acuita dal terremoto e che mostra pochissimi segnali di inversione: a Rieti, nel deserto della piazza e delle vie del centro storico, continua senza sosta la chiusura delle attività commerciali e per chi, alla meno peggio, decide di resistere, resta soltanto la navigazione a vista nel mare dell'incertezza se andarsene o no. A poche settimane dalla chiusura del bar Moderno di piazza Vittorio Emanuele per l'inagibilità dell'edificio che ospitava anche la sede di Radio Mondo, dello stop all'attività fatto segnare anche dalla boutique Lena Chic e dal pub Edelbier, il centro storico, a qualunque ora del giorno, è ormai irriconoscibile. Ultimo a chiudere, da pochi giorni, il negozio «I Ninni», abbigliamento per la prima infanzia affacciato su via Cintia. Di fronte, invece, lo strillo degli ultimi saldi sulle locandine formato vetrina del «Civico 83», da oltre dieci anni impegnato nella vendita di calzature e abbigliamento: la chiusura è prevista per fine marzo. L'incertezza se restare o andare via serpeggia tutt'intorno la piazza: a via Roma, per il negozio di calzature «Xg» è come sfogliare la margherita: «c'è molta incertezza ma, se decidessimo di andare via, non sappiamo ancora quando e dove andare». Di nuovo abbigliamento, e stessa storia a via Pescheria, da «Beatrice»: «Sì, stiamo valutando l'ipotesi di abbandonare il centro storico, ormai non c'è più passaggio di persone», conferma la titolare. E tra chi è costretto dal terremoto - come ultimo il negozio di ottica Curci di via Cintia - e chi dalla crisi, in piazza Vittorio Emanuele a breve, si registrerà anche l'assenza della storica gioielleria di Alfredo Macilenti, che sposterà la sua attività a Firenze, quello che una volta era il cuore della città ormai non pulsa più.
Ma c'è anche chi prova a contrastare il trend negativo che sta sfigurando il volto del centro storico. Si tratta del 55enne imprenditore Ettore Cleri, già affacciato su via Garibaldi dal 2003 prima con la sua pasticceria e gelateria a base soprattutto di cioccolato e, dal 2014, a fianco, anche un bancone del bar e una piccola sala da tè: sarà proprio Cleri, tra la fine di aprile e inizio di maggio, ad aprire un nuovo bar in piazza Vittorio Emanuele a fianco dell'ingresso principale di Palazzo Dosi, nei locali che ospitarono gli uffici della Cassa di risparmio riservati a chi aveva esigenza di controllare gli andamenti dei titoli della Borsa, e attualmente di proprietà della Fondazione Varrone.

UN NUOVO BAR
«In termini economici, si tratta di un investimento importante - spiega Cleri - perché l'intenzione è di aprire un bar che possa diventare il salotto buono del centro storico e della città, prevedendo anche un dehors». E la concorrenza con il vicino Quattro Stagioni? «Ho tratto le mie conclusioni - continua Cleri - So' cosa offrono gli altri, e cosa intenderò offrire io». Sulle vetrate del futuro bar, le locandine della prossima apertura e i recapiti da contattare per valutare una posizione nel personale di sala: «Ha ricevuto richieste di lavoro?». «Per quattro, cinque posizioni di lavoro ho un pacco di 200 curriculum, di persone che vanno dai 19 ai 55 anni - conclude Cleri - Questo rende l'idea di quanto Rieti sia in affanno».
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