Rieti, pranzo dei cento giorni: la stretta della Questura

Studenti (Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 4 Marzo 2021, 00:10

RIETI - Primo appuntamento al bar e poi a tavola per i maturandi a 100 giorni dall’esame di Stato. Come già raccontato ieri da Il Messaggero, oggi – con somma disperazione dei dirigenti scolastici - si terrà il primo degli almeno due pranzi programmati fino a domani da molte classi quinte di alcuni istituti superiori della città per il tradizionale evento a 100 giorni dalla Maturità. A sedersi a tavola, saranno i maturandi dell’istituto “Elena Principessa di Napoli” e dell’istituto Artistico “Calcagnadoro”, divisi anche tra i locali che costeggiano il lungofiume Velino, mentre il Classico “Varrone” dovrebbe dirigersi in un ristorante in località La Foresta. Prima, però, un giro di spritz, con l’aperitivo già prenotato da circa 40 studenti negli spazi esterni di un bar del centro storico. Nel frattempo, la Questura ha comunicato di non aver autorizzato alcun evento pubblico (i pranzi sono stati infatti organizzati in autonomia dagli studenti come normali clienti dei locali, senza alcuna regia centrale o richieste avanzate a Prefettura o Questura), annunciando però l’intensificazione dei controlli nei locali pubblici per far rispettare le normative anti-Covid ed evitare gli assembramenti da parte degli studenti.

Tavoli solo fuori 
Dei due locali che sul lungofiume ospiteranno i maturandi, entrambi hanno scelto di mantenersi al di sotto della capienza massima consentita dal Dpcm: «I tavoli saranno installati solo fuori, con non più di quattro-cinque persone ciascuno, tutti distanziati nel rispetto delle norme», spiegano Armando Balzerani, gestore del “No Better Place” e Luca Giancristoforo, titolare del “Gosh”. «Su una capienza massima consentita di 54 persone, ospiterò due classi da 21 e 12, per un totale quindi di 33 studenti”»,aggiunge Balzerani, mentre al “Gosh”, «su 110 persone all’esterno, ne saranno presenti 55».

A tirarsi indietro rispetto alla volontà di dare vita ad un pranzo sono state invece le classi quinte dell’istituto tecnico economico “Savoia” di viale Maraini, dopo che l’intera scuola sta trascorrendo la settimana in didattica digitale a causa dei contagi. Il no al pranzo sembrerebbe essere arrivato anche dall’istituto Alberghiero “Costaggini” di Rieti: «E questa notizia mi rende felicissima», chiosa la dirigente Alessandra Onofri.

Appello nel vuoto 
Così, alla luce dei primi pranzi in programma per oggi, anche l’appello lanciato martedì dall’Asl è di fatto caduto nel vuoto: «Dai maturandi che festeggeranno i 100 giorni all’esame di Stato ci aspettiamo il massimo senso del rigore, del rispetto, dell’attenzione nell’adottare le norme che sono in campo, per sé stessi e per il bene dei propri cari», aveva scritto l’Asl. La stoccata all’iniziativa del pranzo dei 100 giorni arriva anche dalla docente e consigliera comunale con delega alla Scuola, Letizia Rosati: «Tutti riconosciamo ai ragazzi il desiderio di festeggiare un evento che per loro è importante e irripetibile, ma in questo momento storico bisogna essere responsabili e consapevoli e quindi magari riunirsi soltanto in piccoli gruppi – commenta la Rosati a Il Messaggero - Da un anno ci sono continue raccomandazioni sul non dare vita ad assembramenti o a riunirsi in pochi all’interno delle case e ora invece all’improvviso ci si dimentica di tutto: un po’ di regole e rigore, invece, non farebbero male. A monte, bisogna però domandarsi dove siano le famiglie: perché si parla sempre dei ragazzi, ma dietro di loro ci sono degli adulti che danno loro i soldi per andare a pranzo. E allora poi è anche inutile che compriamo loro le mascherine e che gli chiediamo di curare l’igiene e la distanza». 

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