Rieti, Primo Cecilia: dalle scarpe artigianali alle protesi ortopediche in Italia

Primo Cecilia
di Luigi Ricci
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Sabato 11 Giugno 2022, 00:10

RIETI - Da una piccola bottega artigiana di Apoleggia (frazione di Rivodutri), che negli anni ‘30 dello scorso secolo produceva scarpe artigianali per le famiglie di contadini nel Comune di Rivodutri, a un’azienda con quaranta dipendenti, filiali fuori Rieti e in Italia, che sperimenta, produce e commissiona moderni supporti e protesi ortopediche, collabora con importanti strutture sanitarie italiane, svolge docenze universitarie, ed è diventata un riferimento per oltre cinquanta aziende nel settore in Italia. Questa in sintesi la novantennale storia della famiglia Cecilia, che dal Reatino ha saputo espandersi in diverse realtà anche al di fuori della provincia.

Le origini. A cominciare l’attività, come già accennato, fu il nonno Alessandro, che a sua volta era figlio di un calzolaio, il quale, nel 1931, gestiva una piccola azienda di otto operai, e che ebbe quattro figli: Primo, fondatore dell’attuale azienda di ortopedia-sanitaria.

Secondo, musicista e ideatore dell’omonimo Concorso internazionale per giovani talenti. Terzo, che opera in proprio nel medesimo campo a Porta Romana. Santino, anch’egli nella bottega paterna. Terminato l’apprendistato, Primo intuì le potenzialità di sviluppo del settore, dopo aver svolto numerosi lavori per una crescente clientela che si serviva nel primo negozio-laboratorio in piazza Matteocci, area Regina Pacis, a Rieti.

La scelta. Da qui la decisione di tornare sui libri per diventare tecnico-ortopedico e di trasferirsi nell’attuale sede di via Liberato di Benedetto, ampliando sempre più l’attività nella Provincia reatina, fino a diventare un punto di riferimento per la cura, la prevenzione, la protezione ortopedica e la realizzazione di protesi, per le quali furono decisivi i rapporti intrattenuti con l’istituto Rizzoli di Bologna e l’università di Modena. Nel frattempo, dal matrimonio con Marisa Rossi, erano nati Massimo e Alessandro, entrambi laureati in Tecnica ortopedica, con specializzazione nel trattamento del piede diabetico, i quali iniziarono a lavorare in azienda dalla metà degli anni ‘80, ormai una quarantina di anni fa.

Il presente. Dagli esordi e dalla evoluzione nel corso del Novecento, l’azienda che porta il nome di Primo Cecilia è, oggi, una moderna struttura con ramificazioni dentro e fuori dal Lazio, e che rifornisce varie aziende italiane. Massimo e Alessandro sono docenti presso il Sant’Andrea e l’università Cattolica di Roma e hanno ampliato il campo delle loro relazioni in vari settori, nell’ambito della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione, tenendo così alto il nome del padre, scomparso nel 2007. «La nostra attività - spiegano i fratelli - oltre a collaborare con le società sportive locali, Npc Rieti, Real Sebastiani Rieti per il basket, e Rieti Calcio, si allarga anche in campo nazionale, grazie ai rapporti intrattenuti con le nazionali di Canottaggio e di Pesistica. Ma non basta - aggiungono i due fratelli - tra i nostri clienti, possiamo annoverare diversi calciatori di serie A, italiani e stranieri, dei quali purtroppo non possiamo fare i nomi, dal momento che le loro società sono legate a particolari contratti di sponsorizzazione, anche se poi privatamente gli atleti si rivolgono a noi per le loro singole esigenze».

I settori. Ma la clientela della ditta “Primo Cecilia” non si ferma soltanto allo sport. «Grazie alle relazioni con importanti strutture sanitarie nazionali e i loro medici - osservano Massimo e Alessandro (nella foto a sinistra mentre in basso l’attività) - abbiamo potuto fornire i nostri prodotti a famosi personaggi dello spettacolo, della politica, della cultura, persino a importanti cariche militari, anche se la riservatezza ci impone di non nominarli». La curiosità però è troppa e allora cerchiamo di strappare almeno un nome. A quel punto, sotto la consegna del silenzio, ci viene mostrata la foto di un tecnico della ditta “Primo Cecilia” mentre prova un busto a un notissimo giornalista-divulgatore italiano, nonché padre di un altrettanto noto figlio. Di più non possiamo dire, ma non è difficile capire.

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