Rieti, maltrattamento di animali, ennesima condanna

Cane in un canile (Archivio)
di Emanuele Faraone
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 00:10

RIETI - Ancora una condanna per il “canile-lager” di Montopoli di Sabina. La 68enne Barbara Cavicchioli è stata nuovamente condannata per maltrattamento di animali. Il giudice onorario del tribunale di Rieti, Massimiliano Auriemma, ha inflitto alla donna una pena pari a 16 mesi di detenzione, accogliendo la richiesta di condanna sollecitata dal pubblico ministero, stabilendo inoltre un risarcimento in separata sede civilistica in favore delle associazioni animaliste (“Incrociamo le zampe” e “Bassottiepoipiù”) costituitesi parte civile in giudizio, rappresentate dall’avvocato Raffaella Sili. Va a sentenza dunque un altro procedimento penale a carico della 68enne sabina che, negli anni - nonostante denunce, sequestri e processi - ha continuato ad accumulare animali con una modalità seriale tramite annunci sul web, arrivando a possedere - oltre a cani e gatti - anche piccole scimmie, cavalli e asini.

I precedenti
Risale solo alla scorsa settimana la condanna a due anni e due mesi di reclusione e 9mila euro di multa inflitta dal giudice Giorgia Bova per fatti analoghi in un procedimento riunito che, oltre al reato di maltrattamento di animali contemplava anche ricettazione, violazione di sigilli, appropriazione indebita, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e violazione di normative in materia igienico-sanitaria. In particolare, la sentenza di ieri fa riferimento ad un intervento del novembre del 2014, in relazione ad un maxi sequestro di circa 70 animali tra gatti e cani. Animali che erano stati rinvenuti dagli operanti, forestali, carabinieri e personale del servizio veterinario dell’Asl, in pessime condizioni igienico-sanitarie, malnutriti, affetti da parassitosi, in alcuni casi feriti e privati di acqua e cibo.
Altri cani - tra cui anche esemplari doberman, levrieri afghani, boxer, schnauzer, border collie - furono ritrovati legati con catene di due metri agli alberi o ai termosifoni di casa e poi ancora cani di taglia medio-grande all’interno di anguste gabbie con grate in ferro oppure in trasportini con l’apertura rivolta contro il muro per impedirne l’uscita.

Una lunga battaglia legale per l’avvocato di fiducia incaricato dalle due associazioni, Raffaella Sili, che ha sottolineato - a margine delle due sentenze pronunciate in questi giorni - la fondamentale importanza delle attività di controllo e vigilanza da parte degli organi territoriali preposti e delle forze dell’ordine rispetto al continuo reiterarsi, nel tempo, dei medesimi episodi. Nel 2018 c’era stata la conferma della condanna in Appello (con dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione) nel primo processo a suo carico.

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