Liste elettorali con solo candidati "sconosciuti": il fenomeno si ripete nei piccoli Comuni del Reatino

Elezioni Comunali
di Samuele Annibaldi
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Lunedì 16 Maggio 2022, 00:10

RIETI - Dopo la presentazione delle liste dei candidati sindaci e consiglieri per le Amministrative (nella foto, un’urna), riemerge un caso che riguarda alcuni piccoli Comuni: in quelli sotto i mille abitanti, per presentare una lista, non occorre alcuna sottoscrizione dai cittadini e spuntano di nuovo le cosiddette “liste finte”, con elenchi di candidature che nulla hanno a che vedere coi territori nei quali si presentano. In qualche caso, c’è la sola ricerca di visibilità in altri la volontà di usufruire di eventuali permessi, in base alla legge, per il periodo della campagna elettorale, dalla presentazione ufficiale al giorno del voto. A Nespolo - con 274 residenti e circa 200 elettori - dove già cinque anni fa le liste furono 3, questa volta sono 4. A Salisano - 558 residenti - le liste sono 3, a Casaprota - 723 abitanti - le liste sono 5, alcune con candidati esterni al territorio.

Le osservazioni. Sul tema, il parlamentare reatino Fabio Melilli ha espresso sui social il suo scetticismo. «Come accade ormai da qualche anno - spiega Melilli - anche in questa tornata di elezioni amministrative i nostri piccoli Comuni sono invasi da liste di soggetti sconosciuti alle comunità e composte per lo più da militari in servizio.

Il periodo di congedo, previsto per legge per chi si candida, spinge alla presentazione di liste e candidati sindaco solo per avere la possibilità di non recarsi al lavoro per più di un mese. Tutto ciò, oltre a determinare un aggravio di lavoro per gli uffici comunali, mortifica e offende le comunità che vengono utilizzate per esclusivi fini privati. Credo sia arrivato il tempo di porre fine a tali comportamenti a salvaguardia della dignità delle istituzioni e dei nostri Comuni». Sui social si è aperto un dibattito, in cui c’è chi, come Emanuele Micarelli da Casaprota, sostiene che per arginare il fenomeno basterebbe ripristinare le firme di 25 elettori nel Comune dove si presenta la lista, così come occorre nei Comuni con più di mille abitanti. «Come parlamentari - prosegue Melilli, rispondendo a un intervento sui social, in cui si evidenziava che il fenomeno esiste da tempo e non è mai stato arginato - abbiamo provato a cambiarla e non ci siamo riusciti. Visto che il governo sta preparando modifiche al testo unico degli enti locali, chiediamo che lo modifichi».

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