I passaggi
Ora, con il ritiro del ricorso al Tar da parte del commissario Cavalli, l’iter della fusione - che è in fase avanzata - può riprendere la sua corsa. È evidente che con questa scelta si vuole chiudere velocemente l’annosa vicenda e non è escluso a questo punto che la procedura possa concludersi entro la fine del 2020. L’ente di via Borsellino era stata - sotto la presidenza di Vincenzo Regnini - una di quelle che si erano opposte alla legge di riordino voluta dall’allora governo di centrosinistra. Il Messaggero ha provato a sentire sul ritiro del ricorso il commissario Cavalli, ma dopo vari tentativi non ha ricevuto nessuna risposta. Intanto, c’è stato anche il decreto legge di agosto, che aveva fissato al 14 ottobre il termine ultimo per chiudere i processi di accorpamento degli enti camerali riottosi, ovvero quelli che ancora non avevano proceduto alla fusione. Il ravvedimento prevede che se entro tale data gli enti non saranno accorpati, il ministero per lo Sviluppo economico nominerà un commissario ad acta che si occuperà di riattivare il processo di fusione. Discorso che a questo punto non vale per l’ente di via Borsellino, che è sul punto di inviare a Viterbo tutti i dati necessari per l’accorpamento. Con la fusione cambieranno molte cose, tra cui anche la composizione della nuova giunta, che sarà formata da 5 membri più il presidente; prima del commissariamento erano nove in tutto. Mentre i membri del consiglio passeranno da 28 a 16. Resta sul tappeto il nodo delle Aziende speciali, che dovranno fondersi anche loro, in questo caso però la sede principale dovrebbe restare a Rieti.
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