La road map
Intanto, bisogna attendere che vengano depositate le motivazioni che hanno spinto i giudici di Palazzo della Consulta a decidere per la legittimità della legge di riordino degli enti del 2016. Il successivo step sarà quello di inviare la sentenza al Tar del Lazio, che aveva sollevato – come si dice in gergo – la questione di legittimità costituzionale.
Dopodiché i giudici amministrativi si dovrebbero riunire, a quanto si apprende, il primo luglio per decidere nel merito. A questo punto dovrebbero partire l’iter di fusione vero e proprio, sempre ammesso che nessuno faccia ricorso al Consiglio di Stato.
Il commissario
A spiegare la decisione di non procedere nel rinnovo degli organi camerali reatini e lo stesso Cavalli. «Il 24 giugno l’ufficio stampa della Corte costituzionale ha comunicato che la corte ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale rimesse in discussione dal Tar Lazio e, in coerenza con la sua costante giurisprudenza, ha ritenuto che non vi sia stata una violazione del principio di leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni per le plurime interlocuzioni che il Governo ha avuto con le Autonomie regionali», si legge in una nota diramata dall’ente reatino.
«Per questo – continua il commissario Giorgio Cavalli – considerato che per effetto della pronuncia della Corte costituzionale viene meno la necessità di procedere al rinnovo del consiglio della Camera di commercio e tenuto conto che in tal senso si è espressa la Regione Lazio, che nelle more della definizione del processo di accorpamento per la costituzione della Camera Rieti-Viterbo, il Commissario straordinario, ai sensi di quanto già disposto con il decreto presidenziale di nomina, continuerà a garantire la rappresentanza legale dell’ente camerale e lo svolgimento delle attività relative al funzionamento dello stesso fino alla data di insediamento del consiglio della nuova Camera di commercio».
La ripartizione
Ma che fine farà l’ente reatino? Secondo le informazioni raccolte all’inizio del processo di accorpamento, poi sospeso per i vari ricorsi presentati, Viterbo dovrebbe diventare la sede principale, mentre resterebbe operativa quella di Rieti in modo da garantire alle imprese il cosiddetto presidio territoriale di prossimità (sportelli, eccetera). La fusione riguarderà anche le Aziende speciali, in questo caso verrebbero mantenute attive tutte e due, con quella Sabina sede principale.
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