La mezzala Luca Alessandrini
col Cantalice nel cuore e quel
playoff con la Juniores del Rieti

Luca Alessandrini
di Andrea Giannini
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Venerdì 20 Luglio 2018, 10:02
RIETI- Luca Alessandrini, 22 anni e ancora tanta voglia di stupire nel calcio reatino. Un passato nel Rieti prima di esordire tra i senior con la maglia del Cantalice. L’ultima stagione ha indossato la maglia del Capradosso in Prima categoria: considerato uno dei giocatori più importanti sia dalla società sia dal tecnico Marco Donati, ha siglato anche sette reti.

Dove e come è iniziata la sua carriera calcistica?
«Tra i senior ho debuttato a Cantalice, dopo una panchina in Eccellenza e qualche allenamento l’anno di mister Di Napoli a Rieti. Ho trovato molto spazio in Promozione siglando anche alcuni gol».

Il ricordo più bello?
«La Finale playoff con la Juniores del Rieti, quello è il ricordo che rimarrà per sempre dentro al mio cuore. Non ho ricordi importanti tra i grandi quindi spero di averli nei prossimi anni».

Ci può elencare i suoi punti forti? E quelli deboli?
«Uno dei miei punti deboli è il colpo di testa, non sono un giocatore rapido sul breve quindi mi sento a volte penalizzato, mentre al contrario, la progressione la considero uno dei miei punti forti. Mi considero un giocatore abbastanza tecnico e con una buona visione di gioco. Non sono se sia un punto forte: sono un giocatore molto umile e voglio continuare ad esserlo».

Quali sono i giocatori più forti con cui si è potuto confrontare?
«A livello giovanile Matteo Zepponi e Mattia Tolomei mi hanno impressionato. I più forti giocatori con cui ho condiviso qualche cosa sono Alessandro Beccarini e Stefano Panitti, difficile trovare “professionisti” del genere in queste categorie».

Dove le piace giocare?
«Il mio ruolo preferito è la mezzala, anche il trequartista però, così libero di agire non mi dispiace. All’occorrenza sia in passato sia quest’anno ho giocato prima punta ed esterno destro. Sono a completa disposizione della squadra: se c’è da fare il portiere faccio anche quello».

Cosa ne pensa degli Under?
«Penso che non ci dovrebbero essere, perché se un giovane è valido non serve l’obbligo di farlo giocare per scoprire le sue qualità. Vediamo cosa succederà nei prossimi anni».

Dove andrà a giocare?
«Nulla di sicuro, ma mi ha contattato Cantalice e molto probabilmente tornerò lì, sia per questioni logistiche visto che ci abito, sia perché quest’anno ho fatto l’istruttore della scuola calcio, quindi mi semplifica le cose il tornarci».

Perché proprio un ritorno al Cantalice?
«È una società importante a livello provinciale, anche perché le strutture che ha non si trovano da nessuna parte, o meglio ne abbiamo ben poche a Rieti. Ha giocatori importanti come Emanuele Cianetti, Alessandro Beccarini e Stefano Panitti che sono da invidiare per quanto tempo dedicano, anche dopo il lavoro, a tutto il contesto che circonda la squadra».
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