Bilancio positivo per le giovanili
del Rieti. Fabiani: "Bella annata,
ma a me piace stare in campo"

Gianluca Fabiani
di Christian Diociaiuti
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Giovedì 2 Giugno 2016, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 11:41
RIETI – Gianluca Fabiani, non c’è che dire, è un vero guerriero, un calciatore vero. E soffre a fare il responsabile del settore giovanile, pure se l’incarico è prestigioso. Così, nell’ultima stagione ha visto tutte le squadre giovanili del Rieti salvarsi e poi ha rimesso il mandato in mano alla società (che ha scelto Celestino Migliaccio come successore), tenendosi chiaramente a disposizione. “A me piace stare in campo” non smette di dire nella lunga chiacchierata con Il Messaggero: certo, uno dei due fratelli più famosi del calcio reatino – con Costantino sono parte della promozione in C2 undici anni fa del Rieti – non potrà riavere l’adolescenza per scendere in campo con la maglia delle giovanili del Rieti, ma qualcosa per lui sul rettangolo di gioco in amarantoceleste potrebbe esserci. Lui ribadisce solo di essere a disposizione del Rieti. In una lunga intervista, Fabiani (che quando non si occupa di calcio lavora con addosso la divisa del Corpo Forestale dello Stato) fa il bilancio delle giovanili del Rieti e guarda al futuro e a quel progetto Fare Rete in cui coinvolgere tutto il calcio provinciale e in cui lui crede molto. “Se ci uniamo ci guadagnano tutti e soprattutto i ragazzi. È mio sogno e continuerò a supportarlo anche se non sarò più responsabile” dice Fabiani, sul progetto che vede il Rieti chiedere alle altre realtà del territorio di unire le forze per far crescere il calcio reatino.

L'INTERVISTA

Partiamo dall’elogio fatto dal dg Pierluigi Di Santo nella conferenza stampa di fine anno, che l’ha ringraziata per aver mantenuto tutte le categorie giovanili…

“Inizialmente, quando mi è stato detto che la priorità era mantenere le categorie, non conoscendo il settore giovanile e le sue dinamiche perché non l’ho mai fatto, credevo che grossi problemi non ce ne fossero. Mi sono accorto, però, che è complesso e quindi alla fine la soddisfazione è stata doppia. Aver salvato tutte le categorie è stata una grande gioia, credevo che almeno una l’avremmo persa. Era molto dura, ma la squadra (i Giovanissimi fascia B, ndr) ha tirato fuori unghie e denti e ha riportato a casa una salvezza insperata. Non me lo sarei mai aspettato di gioire in quella maniera. Io il settore giovanile lo conoscevo poco: a 16 anni Dino Pezzotti mi mise in prima squadra, era il Rieti in Serie D. Ho avuto questa fortuna subito”.


Dunque il momento più bello della stagione è la vittoria dello spareggio dei Giovanissimi fascia B Elite…

“Sì, per come l’abbiamo vissuta, la più sofferta. Devo fare i complimenti a mister Gabriele Inches che ci ha sempre creduto. Negli ultimi due mesi ho mollato un po’ gli altri perché le classifiche erano tranquille e mi sono dedicato più a loro perché c’era da stringere i denti. È stata più difficile, ma anche perché il campionato è più complicato: i ragazzi hanno fatto un doppio balzo. Dopo i provinciali sperimentali, hanno saltato due gradini. A livello caratteriale hanno subito un contraccolpo: vincere con una certa frequenza in un provinciale fascia B e passare a delle sconfitte, beh, l’impatto è notevole. Questo è un piccolo errore della Federazione: a queste categorie la retrocessione è un po’ pesante, limita la crescita dei ragazzi. Almeno il primo anno di agonistica, la retrocessione sarebbe meglio toglierla”.


Mister, analizziamo le quattro squadre: partiamo dagli Allievi Elite…

“Vado nello specifico: la squadra di Giuseppe Marella ha fatto un campionato tranquillo e anche importante. A un certo punto ho chiesto alla squadra di pigiare sull’acceleratore perché avevano mezzi e capacità per arrivare tra le prime quattro-cinque, se fossero riusciti a mantenere quei risultati. Poi c’è stato un piccolo calo alla fine, forse le motivazioni sono venute meno, ma tutto a margine di una stagione importante e tranquilla, in cui la ciliegina sulla torta è stata la partita della Scopigno Cup contro la Juventus. Hanno dimostrato le loro qualità: è un gruppo importante che il prossimo anno farà la Juniores”.


E degli Allievi Elite fascia B di Tonino Pezzotti cosa dice?

“Quella di Tonino è un piccolo rammarico: una buona squadra che nel corso degli anni è stata sempre caratterizzata da un avvio sempre difficile, per calendario e per non aver ingranato all’inizio. I 20000 sono un buon gruppo, che con fiducia e maggiore autostima poteva fare un campionato più tranquillo e più importante. La partenza è stata difficile, con sfide a tutte le prime delle classe. Però ci siamo salvati con una giornata d’anticipo. Ma ripeto: è un buon gruppo”.


Passiamo ai Giovanissimi Elite di Claudio Gerini…

“Come quello di Marella ha fatto dei grandi risultati. La partita che ricordo con più piacere, una ciliegina sulla torta, è la vittoria con l’Urbetevere fuori casa. Un campionato anche qui tranquillo, tranne un piccolo periodo di sei gare nelle quali abbiamo raccolto poco, ma a parte quello è stato un cammino abbastanza sereno. Abbiamo avuto la zona calda sempre a debita distanza. I ragazzi hanno infilato tre vittorie tra la 25esima e la 27esima giornata, tre successi consecutivi che ci hanno garantito la massima sicurezza”.


E adesso, cosa farà Gianluca Fabiani?

“Sono contento di come si sia messa la cosa, era quello che volevo io. Mi sono accorto che non è la mia massima aspirazione questo ruolo. Sebbene l’abbia fatto con impegno, ma durante la stagione qualche insofferenza l’ho dimostrata, vuoi per gli impegni vuoi perché la mia aspirazione è allenare, stare dentro al campo. Come responsabile, in campo c’ero poco e niente. Adesso avrò un ruolo più all’interno del rettangolo di gioco, è questo ciò che mi piace di più”.


Ci sta dicendo che c’è in prospettiva una squadra per lei?

“Non ho nulla al momento, decide il direttore e la società. Sono contento per l’esperienza fatta, non da ripetere, ma che mi ha fatto crescere, che mi ha formato. Avendo vicino il direttore (Di Santo, ndr) sono cresciuto nei rapporti, con i ragazzi, i genitori e società importanti con le quali il direttore mi ha permesso di parlare. Lo ringrazio perché è stata una bella esperienza. Adesso vivrò più quello che sarà il gruppo di ragazzi che sarà il mio o altri ruoli che la società mi vorrà dare. Ma tutto legato al campo”.


Fabiani, cosa pensa del nuovo responsabile del settore giovanile, Celestino Migliaccio?

“Noi ci sentiamo almeno dieci volte al giorno e tre volte a settimana stiamo insieme. Cerco di farlo inserire prima possibile nell’ambiente. È un corso accelerato del contesto dove andrà a lavorare. Lui è una persona esperta, farà molto bene se avrà la possibilità di lavorare. Nel tempo potrà dare grandi risultati a tutto l’ambiente. Conosce il calcio e non sta a me giudicarlo, per lui parla il curriculum. Va troppo forte anche per noi, è abituato ad altri ritmi, è un fiume in piena. C’è da ascoltarlo e prendere spunto”.


Ha un ringraziamento da fare per questo anno in amarantoceleste?

“Vorrei dire grazie a tutti gli allenatori, Andrea Rogai con il quale ho collaborato durante l'anno, a Giuseppe Marella, Tonino Pezzotti, Claudio Gerini e Gabriele Inches. Il ringraziamento anche a tutti i dirigenti accompagnatori delle rispettive squadre, per il loro silenzioso, delicato e fondamentale impegno”.
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