Rieti, Angelo Brucchietti rigenerato
dopo l'operazione al menisco:
difensore che sogna di fare il bomber

Angelo Brucchietti
di Andrea Giannini
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Sabato 14 Luglio 2018, 10:19
RIETI - Angelo Brucchietti, 20 anni, difensore centrale che nell’ultima stagione ha vestito la maglia della Spes Poggio Fidoni allenata prima da Fabio Mancini e poi da Roberto Pompili non riuscendo a evitare la retrocessione dopo il playout. Dopo l’operazione del 19 dicembre 2017 è tornato a dare l’anima per i colori gialloverdi.

Dove e come è iniziata la sua carriera calcistica?
«Quando disputavo la Juniores nel Rieti, a volte mi allenavo con la prima squadra durante il primo anno di mister Paris in serie D. Dopodiché sono passato in prestito al Cantalice, giocando la maggior parte delle partite, concludendo il campionato con un terzo posto a dir poco favoloso. La scorsa stagione ho deciso di firmare per Poggio Fidoni perché c’erano le aspettative per far bene, causa qualche infortunio e assenza di troppo non siamo riusciti a evitare la retrocessione. Un grande peccato per una società del genere».

Il ricordo più bello?
«Credo sia proprio il primo anno tra i senior. Il playoff con Cantalice, sfumato in finale contro il Play Eur».

Il ricordo più brutto invece?
«L’infortunio al menisco. L’operazione non è stata difficile come sembrava, poiché il menisco si era solo scheggiato e dovevano solamente “ripulirlo”, mi sono operato a Villa Anna a S.Benedetto del Tronto. Non ho mai avuto paura, anche perché già avevo subito un’operazione al ginocchio destro e sapevo di tornare in campo».

I giocatori più forti con cui ha giocato?
«Al Cantalice c’era gente come Stefano Panitti, Alessandro Beccarini, Emanuele Cianetti e Luca Salvi che oltre ad essere forti, sanno formare anche un bel gruppo aiutando noi giovani nei nostri punti deboli. Mentre a Poggio Fidoni quello che mi ha impressionato è Gabriele Tramontano».

Ci può elencare i suoi punti forti? E quelli deboli?
«I miei punti forti sono il colpo di testa e mi considero un giocatore tatticamente ordinato, mentre non mi reputo invece un giocatore tecnico quindi quello lo considero come un mio limite».

Dove le piace giocare?
«Il mio ruolo preferito è quello di difensore centrale in una difesa a 3, ma in qualche occasione a Cantalice ho giocato terzino, non lo considero un ruolo che mi fa impazzire, devo dire però che ho sempre sognato di fare l’attaccante ma non ne ho mai avuto l'occasione».

Che ne pensa di Poggio Fidoni e di Cantalice?
«Entrambe sotto l’aspetto umano hanno delle persone fantastiche. Devo aggiungere solo che Poggio Fidoni mi è stata molto vicino nel momento dell’operazione e infatti voglio ringraziare tutti i componenti della società e tutti i miei compagni, è anche grazie a loro se non ho mollato e sono tornato in campo».

Il suo giocatore preferito?
«Sin da bambino è Fernando Torres. Ricordo che con gli allievi del Rieti, durante le partitelle di allenamento, mi improvvisavo prima punta proprio come lui. Purtroppo però come ho detto prima non ho mai avuto modo di giocarci sul serio in quel ruolo, mi sarebbe piaciuto»

Il suo futuro?
«Non so ancora nulla, studiando a Perugia è difficile prendermi un impegno qui a Rieti, quindi vorrei trovarmi una squadra lì, mi rende più facile il tutto. Se non si trova nulla rimarrò al Poggio Fidoni, non sono stato male quindi perché me ne dovrei andare?».
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