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Abbiamo parlato, ci siamo annusati. Ci ho pensato molto.
La pausa mi ha fatto comprendere il vero valore di quello che siamo riusciti a fare insieme, la Società, io ed miei ragazzi (eroi) da quel maledetto terremoto in poi. Non nascondo che mi sono commosso più volte leggendo, ascoltando o ricevendo anche una semplice pacca sulla spalla nei giorni successivi all’esonero. Ho sentito tanto affetto intorno e riconoscenza.
Ma non potevo dire di no. Quando l’Asd Amatrice chiama io ci sono, sono un Soldato. Amo questa maglia come fosse una mia seconda patria. Sono un amante delle sfide, per me sono il sale della vita; mettersi continuamente in gioco significa migliorarsi. E questa sarà l’ennesima impresa. Io ed i miei ragazzi daremo tutto per questa maglia partita dopo partita gettando il cuore oltre ostacolo. Questo ritorno lo dedico a mio figlio Cristian che ogni sera che tornavo a casa mi chiedeva che fai? Torni ad allenare?
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