Rieti, il patron del Real Pietropaoli:
«Nessuna calcettopoli, siamo
gente seria». E sul Consorzio:
«Fatti figli e figliastri»

Roberto Pietropaoli durante la conferenza stampa
di Mattia Esposito
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Sabato 22 Febbraio 2020, 14:26
RIETI - "Giù le mani dal futsal". Questo è il tasto su cui il patron amarantoceleste Roberto Pietropaoli preme più volte. Il riferimento è alle ultime vicende di "calcettopoli", come è stato ribattezzato il caso della telefonata tra il dimissionario presidente della Divisione, Andrea Montemurro, e quello del Latina Gianluca La Starza.

«Qui non c'è nessuna calcettopoli, questo è uno sport fatto da gente seria, che investe soldi. Abbiamo deciso, con altre società, di mandare questo messaggio, come ho detto qui non c'è nessuna" calcettopoli. Possiamo dire che il presidente Montemurro ha commesso una leggerezza, questo è chiaro, ma ha detto a La Starza quello che nell'ambiente si sapeva già. Non è stata violata nessuna regola, poi sulla seconda parte della chiamata sorvolo. Dico queste parole e tutti sanno, nell'ambiente del futsal, che i rapporti tra me e Montemurro non sono idilliaci, anzi, alle ultime elezioni non ho votato per lui. Anche in Divisione c'è gente seria, che ci invidiano tutti, che lavora ogni giorno per questo sport. Mi dispiace che tutti si siano soffermati solo su alcuni aspetti della chiamata, che capiscono possano fare notizia di questi tempi, ma nessuno ha detto che forse questa era una manovra per affossarlo politicamente, visto che siamo vicini alle elezioni».

Nella chiamata, che oramai ha fatto il giro d'Italia, proprio il presidente Pietropaoli è nominato da Montemurro, che, rivolgendosi a La Starza, ed in riferimento all'esclusione del Maritime e della Lazio dice: «Così Pietropaoli può dire quello che gli pare». Anche su questo il patron replica: «Tutti sanno che sto combattendo affinché questo sport sia il più possibile legale e credibile. E Montemurro mi cita proprio in questo senso, quindi penso che in fondo mi stesse dando ragione, soprattutto quando afferma, nella telefonata, che è il momento di dare delle regole ferree».

Insomma, nessuna calcettopoli, una leggerezza indubbiamente, ma nessun favoritismo, almeno secondo il patron amarantoceleste, che conclude: «Credo che in questo sia la dimostrazione di come, in questo Paese, le campagne elettorali vengono fatte più dai giudici che dalle persone. Ma ribadisco che il nostro sport è fatto da gente seria, è per questo che io e altri presidenti abbiamo deciso di metterci la faccia». Facendo così riferimento alle dichiarazioni rilasciate, nella stessa direzione, da altri club del massimo campionato.

IL CONSORZIO
Incalzato da specifica domanda il patron amarantoceleste ha detto anche la sua sul consorzio a supporto del movimento basket: «Per me è stato un errore - ha detto Pietropaoli - sembra di essere in apartheid, non vorrei che non ci fossero locali dove non puoi entrare se non tifi basket, mi dispiace vengano fatti figli e figliastri. Questo è il mio pensiero». 
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