Rieti, stop alle agevolazioni sulle bollette nel cratere ma i sindaci sperano ancora. La spiegazione di Arera

Bollette
di Marzio Mozzetti
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Giovedì 12 Novembre 2020, 00:10

RIETI - È bagarre sulla delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che dispone di non procedere alla proroga delle agevolazioni sulle bollette elettriche relative agli immobili inagibili causa sisma, oltre il 31 dicembre 2020. I sindaci di Amatrice e Accumoli sono allineati su quanto espresso ieri dal loro collega di Teramo e presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto. «Esprimo profonda contrarietà nei confronti della delibera - commenta il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella. - Con questa decisione torniamo al punto di partenza, malgrado le condizioni delle migliaia di sfollati siano cambiate poco o nulla. La ricostruzione degli alloggi inizia a vedere la partenza solo ora e di ciò, Arera deve inevitabilmente tenere conto». Un provvedimento che non trova il favore nei Comuni più colpiti. «Non possiamo consentire che tali cittadini paghino gli oneri fissi anche se l’immobile di proprietà è inagibile - prosegue Fontanella. - Analogamente non è possibile riattivare il pagamento per coloro che hanno un alloggio nelle zone rosse, ovvero sono nelle Sae. Inaccettabile e fuori contesto». Fontanella chiede, come i suoi colleghi, che Arera «torni sui suoi passi». Anche la sindaca di Accumoli, Franca D’Angeli, non nasconde la sua preoccupazione: «La situazione del sisma del Centro Italia è nettamente diversa da quella dei terremoti precedenti: il cratere coinvolge regioni e numerosi comuni che già prima dell’emergenza Covid affrontavano una profonda crisi economica. La proroga ulteriore la considero un modo per far sperare ancora chi abita in questi luoghi che la situazione possa invertirsi: è naturale che non possiamo chiederla per sempre, ma sicuramente dobbiamo prendere atto che nella speranza che partano davvero i cantieri, un orizzonte di altri due anni sarebbe sicuramente una boccata d’aria per tutti».
LA SPIEGAZIONE DI ARERA
Oltre alle motivazioni ufficiali della delibera, di cui Il Messaggero ha dato conto ieri, Arera specifica ulteriormente che «negli anni trascorsi dal sisma a oggi, tutti gli utenti hanno avuto la possibilità di disattivare e riattivare gratuitamente le loro utenze in base alle condizioni dei loro edifici.

La decisione di mantenere attive le proprie utenze comporta dei costi che per 36 mesi sono stati compensati dalla collettività. Il periodo di 36 mesi, usato in situazioni precedenti per misure di sostegno, è stato - di fatto - portato a 48 mesi nel caso specifico. Continuare con proroghe produce una condizione iniqua, sia rispetto alla popolazione coinvolta in altri eventi calamitosi che sul sistema energetico generale, con costi a carico della collettività. La delibera ha introdotto per la prima volta un obbligo per i gestori di comunicare in bolletta la “possibilità fino al 31/12/20” di dichiarare l’inagibilità. È stata introdotta per la prima volta la possibilità di “autocertificare” lo stato di inagibilità. Per questo sisma è stata definita, per la prima volta, la “portabilità” dell’utenza: chi ha dovuto cambiare residenza a causa del terremoto ha portato con sé le agevolazioni tariffarie previste per le utenze danneggiate (quindi agevolazioni sia per l’edificio terremotato che per la nuova residenza)». A questo punto si dovrà cercare di trovare una soluzione che, fatte salve le motivazioni in ordine alle spese per la collettività evidenziate da Arera, in caso di ulteriori proroghe, possa nello stesso tempo venire incontro in qualche modo a quanto evidenziato dai sindaci.

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