Birra del Borgo, dopo lo stop a Roma prosegue la produzione a Spedino. Nuove idee e progetti di formazione

Birra del Borgo, dopo lo stop a Roma prosegue la produzione a Spedino. Nuove idee e progetti di formazione
di Sabrina Vecchi
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Lunedì 26 Dicembre 2022, 09:24

RIETI - Formazione e degustazione al birrificio “Birra del Borgo” di Borgorose. Una dozzina i curiosi e gli appassionati della bevanda che hanno aderito agli eventi informativi “Off Topic”, organizzati nello stabilimento della piana di Spedino. Un’idea maturata per la prima volta nella storia dell’azienda e nata per conoscere, formare e coinvolgere gli utenti. «La finalità degli incontri - spiega l’amministratore delegato Giampaolo Marchi - uno sul luppolo, uno sui cereali e l’ultimo sui lieviti, è di riattivare le attività del birrificio interrotte per il Covid, nonché creare occasioni di divulgazione per clienti, amatori o addetti ai lavori». Tra loro ci sono  Silvia e Riccardo, arrivati da Roma: «Come appassionati, volevamo capire un po’ meglio come viene prodotto quello che ci piace». Saliti in cattedra per illustrare le qualità organolettiche del prodotto, la trafila di produzione e le modalità per gustarla, gli stessi dipendenti dello stabilimento. Venticinque in tutto, i lavoratori del birrificio di Borgorose, per due terzi originari del posto e giovani, con età media di circa 35 anni. «Ci piace il rapporto con le persone, amiamo parlare del nostro lavoro e spiegare che la nostra azienda è viva e florida. Ripartiremo l’anno prossimo con gli eventi, i tour guidati, con un entusiasmo maggiore di prima», spiega Marchi. Di fianco, aperto tutti i giorni da ora di pranzo a cena ben inoltrata, “Il bancone”, unico dei tre locali a marchio Birra del Borgo rimasto in vita, dopo la chiusura dei due ristoranti romani dovuta alla tornata di licenziamenti di fine marzo.


I passaggi
Una bufera che qui sembra essere passata senza particolari danni, se non quelli dovuti al difficile momento storico: «Qui sono state toccate solo due persone relative alla parte commerciale, poiché di fatto non esiste il più il commerciale diretto.

Per il resto, si prosegue a lavorare con la stessa passione e cura che ci ha sempre caratterizzati. Non notiamo particolari cali di volumi se non quelli relativi agli aumenti dei costi delle materie prime, come in tutti i settori - osserva l’ad. - Per lo smaltimento delle birre invendute, si tratta solo della normale procedura, smaltiamo circa lo 0,5% della produzione annua, per lo più prodotti di laboratorio o non conformi, nulla di diverso da sempre». Andrea Lecchini, 43 anni, ora capo birraio dello stabilimento, ci mise piede per la prima volta nel 2009: «Sono entrato come stagista - ricorda - pensando fosse un’esperienza transitoria. Negli anni abbiamo sviluppato le macchine interne, portando innovazione nel prodotto finale e nell’intero processo produttivo». Andrea ha vissuto il transito dell’acquisizione dalla multinazionale Abinbev: «Nel frattempo era cambiato anche il mondo della birra, prima c’erano molte mode, mentre nel 2016, anno dell’acquisizione, il mercato era già stabilizzato e maturo. Far parte di Abinbev ci ha aiutati nella sicurezza, ha portato fondi da investire sulla tecnologia dei macchinari. Solo la parte commerciale è stata modificata». Dai circa tremila metri quadri dell’azienda di Spedino di Borgorose escono 15 tipi di birre, per un totale di 20mila ettolitri prodotti lo scorso anno. «Basti pensare che nel 2016 erano solo diecimila - aggiunge Marchi - e siamo pronti a nuove sfide, ad esempio l’anno prossimo punteremo molto sulla sostenibilità, abbiamo messo in piedi iniziative per risparmiare l’acqua, stiamo valutando il fotovoltaico. Il messaggio va in questa direzione: vediamo se attuabile anche in uno stabilimento come il nostro, molto più piccolo rispetto a quelli che tratta abitualmente Abinbev».

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