Rieti, il Real Sebastiani ufficializza il colpo Ndoja “Il Gladiatore”: «Il basket la mia salvezza, qui perché c'è gente seria»

Klaudio Ndoja in maglia Virtus Bologna
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Giovedì 24 Settembre 2020, 12:04
RIETI - Il Real Sebastiani Rieti ufficializza il biennale per l'ala Klaudio Ndoja, che giocherà con la maglia numero 25.

La carriera
Klaudio Ndoja è nato a Scutari, in Albania, il 18 maggio 1985. Ala forte di 201 centimetri, naturalizzato italiano, ha scoperto ancora ragazzino la passione per la pallacanestro, stimolato dal padre Paulin che lo ha aiutato a coltivare il talento nella sua officina di autodemolizioni, in una città natale martoriata, come tutto il suo Paese, prima dal colpo di Stato del 1991, quando Klaudio aveva appena sei anni, poi dalla guerra civile del 1997, quando già aveva iniziato a cercare nel basket una ragione e una speranza di futuro, crescendo dapprima nelle giovanili dello Scutari Basket. Nel 1998 lascia l’Albania e raggiunge l’Italia, si stabilisce in Lombardia con la sua famiglia e nel 2003 inizia nel campionato Csi con l’Aurora Desio. Tra il 2003 e il 2005 a Casalpusterlengo, a Sant’Antimo l’anno successivo e a Borgomanero nel 2006/2007. Al termine della stagione, viene ingaggiato dalla Pierrel Capo d’Orlando, in Serie A dove esordisce con 11 minuti e 3.7 punti di media a partita. Poi il passaggio a Scafati, in Legadue dove nella stagione 2008/2009 raggiunge i playoff. Nel 2009/2010 all’Aurora Basket Jesi e l’anno dopo al Basket Club Ferrara si conferma specialista della categoria e nel 2011/2012, da capitano, è protagonista della storica promozione in Serie A di Brindisi nel 2011/2012 battendo Pistoia, oltre alla conquista della Coppa Italia di Legadue per uno storico double per i pugliesi. Nel 2012/2013 ritorna quindi in serie A dove, con l’Enel Brindisi viaggia alla media di 17.5 minuti e 6.5 punti a partita, conquistando una tranquilla salvezza e percentuali importanti nel tiro da tre (36 su 79, col 45.6%). Nel 2013/2014 è ancora Serie A con la Vanoli Cremona: altra salvezza senza patemi con un ruolino di marcia da 23.5 minuti, 5.5 punti e 4.7 rimbalzi a partita. Nella stagione 2014/2015 sceglie una A2 Gold di primo piano con la Tezenis Verona, e viene ripagato con una stagione da 11.1 punti, 5.6 rimbalzi, 1.5 assist a gara, segnando col 42% da tre punti (44 su 105, 5° miglior specialista del campionato) e con l’89% ai liberi, conquistando con la nuova maglia la Coppa Italia di categoria. L’anno dopo (‘15/’16) ha indossato la canotta della Dinamica Mantova nel campionato di Serie A2 Citroen Est: 32 minuti, 12.6 punti, 5.3 rimbalzi e 1.8 assist le medie/gara (33 minuti, 12 punti, 4.5 rimbalzi e 2 assist quelle della serie playoff in cui Mantova è stata sconfitta da Agrigento). Arriva poi il biennio con la Virtus Bologna e con le V nere è trionfo già al primo colpo: promozione in serie A con 10,5 punti, 5,07 rimbalzi e il 52% nel tiro da tre e Coppa Italia di categoria. L’anno dopo in serie A sfiora i playoff da capitano e chiude la stagione regolare a 5,2 punti, 2,2 rimbalzi tirando da due con una percentuale del 57,6% e da tre col 37,7%. Gli ultimi due anni li passa tra Derhona e Forlì, ora la scelta di rimettersi in discussione ed approdare alla Real Sebastiani Rieti.

La storia
Soprannominato “Il Gladiatore”, Klaudio Ndoja ha riassunto la sua intensa esperienza di vita nel libro “La morte è certa, la vita no. Storia di Klaudio Ndoja”, scritto da Michele Pettene per la casa editrice Imprimatur nel 2015, spiegando così le ragioni che l’hanno portato a raccontare la sua storia: «Voglio dare speranza ai milioni di migranti che in questi anni fuggono dai loro Paesi in cerca di una vita migliore. Io sono stato un invisibile, ho combattuto contro razzismo e pregiudizi e la mia salvezza si chiama basket. Per altri può avere nomi diversi, l’importante è non mollare mai, credere nel proprio talento e non cercare mai scorciatoie o strade sbagliate».

Le dichiarazioni
«L’idea di ripartire dalla serie B nasce principalmente dal fatto di aver conosciuto persone serie che compongono questa società, dal bene che ne ho sentito dire negli ambienti cestistici pur essendo una realtà nata pochi mesi fa e di questi tempi non è assolutamente facile trovare progetti di questo tipo, con una prospettiva importante. A questo va aggiunta la mia voglia di rimettermi in discussione e dimostrare ancora una volta a me stesso che a 35 anni sono ancora un giocatore di un certo livello».
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