Rieti, la febbre del virus non ferma quella del sabato sera

Via Roma
di Sabrina Vecchi
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Domenica 7 Marzo 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:07

RIETI - La febbre del Covid non ferma quella del sabato sera. Controlli serrati delle forze dell’ordine e pattugliamenti continui nelle zone della movida, eppure la voglia di uscire in gruppo dei ragazzi non si placa, neppure durante la terza ondata dell’epidemia. Al passaggio della volante i giovani si sparpagliano, si dividono in piccoli gruppi e si spostano imprecando in altre zone della città. Una sorta di guardia e ladri in cui da giocare c’è ben poco. Pattuglia fissa fin dal primo pomeriggio nella zona del tribunale, dove negli scorsi fine settimana di sono registrati tafferugli e risse. La situazione è pressoché stabile: piccoli capannelli, mascherine indossate, «più disciplina e meno strafottenza rispetto alle scorse volte», commenta un agente. In un bar di Porta Romana poliziotti in borghese fermi sull’uscio, a controllare l’andirivieni che si fa serrato intorno alle 18, come anche in piazza Cavour, in via Roma e in altre zone della città. Quasi tutti hanno la mascherina, ma molti la portano sotto il mento o sotto il naso: una protezione che si rivela comunque inutile, perché ciascun ragazzo l’abbassa regolarmente per fumare o per bere. A ridosso di Porta Conca la musica non cambia. 
Nella parte interna verso l’ospedale vecchio e via Tancredi si fa difficoltà a transitare con la macchina, come anche nella zona di via Cintia verso piazza. Intorno all’ora di cena il traffico di ragazzi si fa più serrato, a bordo di qualche macchina ci sono anche sei ragazzi, naturalmente strettissimi e anche senza mascherina. Guardano e urlano, alcuni cantano, altri fanno il gesto dell’ombrello ai passanti senza alcun sensato motivo. Ma c’è anche chi rispetta le regole con attenzione e disciplina. In via Pennina verso l’ora dell’aperitivo salgono quattro ragazze, ci tengono a distanziarsi per quanto possibile nel cammino: «Usciamo fino all’ora di cena, poi restiamo a casa. I nostri genitori ci raccomandano di usare sempre la mascherina, noi cerchiamo di stare attente il più possibile. Per quanto riguarda le uscite abbiamo modificato la modalità, eravamo un gruppo molto numeroso, ora usciamo in quattro o in tre». La tecnologia aiuta i più organizzati e incuranti delle norme. Non mancano breafing telefonici via chat per concordare il prezzo di «una cassa di birra per dopo». Il dopo si presume sia l’appuntamento ricreativo cumulativo a ridosso o addirittura dopo il coprifuoco. 
E sono molti i residenti del centro storico, soprattutto quelli residenti negli stretti vicoli pedonali, a constatare di domenica mattina l’accumulo di rifiuti probabilmente derivanti da cene improvvisate en plein air. Non solo bottiglie, ma anche resti di affettati, cibi precotti e addirittura forchette o stoviglie.

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