In primo grado era stato riconosciuto una sorta di eccessiva tutela degli interessi di Ares da parte della D’Innocenzo, per un compenso delle prestazioni fornite ritenuto insufficiente alla Cri di Latina (la vicenda risale alla fine del 2009). In appello si è affermato, viceversa, che il comportamento della D’Innocenzo era finalizzato a garantire, anche su sollecitazione della Prefettura pontina, il proseguimento di un servizio essenziale per i cittadini, come quello di pronto soccorso in emergenza.
Peraltro, come direttore generale di Ares 118, la D’Innocenzo aveva provveduto ad adeguare più volte il compenso alla Croce rossa e a riconoscergli quanto dovuto. E’ stato riconosciuto che la D’Innocenzo ha operato pienamente a tutela dell’interesse pubblico, garantendo la continuità di un servizio essenziale, con le risorse a sua disposizione, evitando così l’interruzione del servizio parallelamente all’attenzione prestata ai conti dell’Azienda diretta, con efficienza e correttezza amministrativa.
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