Rieti, il talento di Marco Marchioni
ora sui campi della serie D:
«Spero sia un punto di partenza»

Marco Marchioni
3 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Luglio 2018, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10:44
RIETI - E’ uno degli arbitri reatini più giovani e promettenti. Al termine dell'ultima stagione è anche arrivata la promozione in Serie D. Marco Marchioni da primo anno è passato dalla Cai (Commissione Arbitri Interregionale) alla categoria superiore, ovvero alla Can/D.

Alla soglia dei 23 anni, lì compirà il 17 agosto, per il giovane fischietto originario di Cantalice si tratta di un altro passo importante per la sua carriera. «Spero sia un punto di partenza per un traguardo ancora più grande - dichiara Marchioni a Il Messaggero - è stata una stagione impegnativa ma molto bella e questa promozione mi ripaga di tutti gli sforzi che ho fatto duante gli ultimi anni».

Un carriera iniziata per caso a 15 anni: «Ero curioso di guardare il calcio da un’altra prospettiva - racconta Marchioni - e così dopo aver visto la pubblicità del corso da arbitro ho voluto subito provare. Talmente curioso che quando sono andato a iscrivermi la sezione era ancora chiusa...».

Un impegno nell’arbitraggio portato avanti di pari passo con lo studio: «Nel dicembre scorso ho conseguito la laurea triennale in Ingegneria per l’Edilizia e il Territorio e ora sto proseguendo con la Magistrale».

La vita da arbitro cosa comporta? «E’ un impegno sia a livello fisico che mentale, bisogna allenarsi almeno tre volte a settimana in modo da avere una preparazione fisica adeguata ed è fondamentale anche la parte teorica. Durante l’anno ci sono raduni a ritmo costante in cui, oltre ai test atletici, dobbiamo affrontare anche quelli regolamentari».

Un carriera breve ma intensa, che l'ha portata a girare tutta l’Italia: «Grazie all’arbitraggio ho potuto visitare tante città. Ad esempio mi è capitato di andare a Venezia che era una delle mete che avevo sempre sognato di visitare. Certo ogni tanto c’è qualche contrattempo: ricordo che dopo una gara nel bresciano dovevo tornare a Milano per prendere la coincidenza del treno per Roma, che però è arrivato in ritardo a Milano e sono tornato a Roma a notte fonda».

Tra le novità introdotte nella scorsa stagione in Serie A e al mondiale c’è la Var, cosa ne pensa dell'aiuto della tecnologia? «Sicuramente è uno strumento che rende più sereni arbitri e i giocatori. Poterne usufruire un giorno significa che sono andato avanti...».

Un grazie a chi? «Beh, non ce n'è solo uno. Ovviamente ai componenti della commissione Cai nonché al responsabile Andrea Gervasoni e a quelli del Cra Lazio che si sono susseguiti negli anni, dai presidenti Nazzareno Ceccarelli e Luca Palanca, ai vice Sergio Coppetelli e Riccardo Tozzi e ai vari componenti del direttivo e ai colleghi che mi sono stati vicino durante gli anni. E poi non posso dimenticare tutti i componenti della sezione provinciale di Rieti per il supporto avuto da quando ho inziato: c’è un bel gruppo che mi ha sempre sostenuto. Ovviamente è stata fondamentale la mia famiglia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA