L’avvocato Mariella Cari ha invece dimostrato che «in ragione del patologico andamento finanziario dell’ente», Preite non aveva praticamente scelta se, con le «misere risorse a disposizione», voleva garantire i servizi pubblici essenziali e il pagamento degli stipendi. E la Corte dei Conti, giudicando la versione di Preite rispondente al vero lo ha assolto, anche alla luce di tutto quello che è poi emerso sulla situazione economica e finanziaria del Comune.
IL COMMENTO
«Io sono qui che aspetto - ha detto Preite - procedimento dopo procedimento, che si faccia chiarezza. Ho fatto degli errori? E’ possibile, ma su 8 dirigenti, un direttore generale, 9 assessori, possibile che abbia sbagliato sempre e solo io?».
LA NOTA DEL COMUNE
"La questione del ritardo nel pagamento dell'Iva nulla ha a che vedere con il licenziamento del dott. Antonio Preite. Tale provvedimento, infatti, si basa su deliberazioni della Corte dei Conti che attestavano gravi irregolarità contabili e su una serie di atti posti in essere dal dirigente che hanno portato alla integrazione della fattispecie della responsabilità dirigenziale ex art. 21 del decreto legislativo 165/2001. Il procedimento riguardante il pagamento dell'Iva, peraltro, è stato attivato direttamente dalla Corte dei Conti allorquando il Comune ha dovuto riconoscere il relativo debito fuori bilancio, perché l'Iva non solo non era stata pagata, ma neanche iscritta in bilancio".
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