Amatrice, investimento mortale: allevatore condannato ma assolto sull'omissione di soccorso

Scai di Amatrice
di Emanuele Faraone
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Maggio 2023, 00:10

RIETI - Condannato a un anno e 10 mesi (pena sospesa) il 40enne allevatore di Scai di Amatrice accusato dell’omicidio colposo dell’82enne Gabriele Cavezzi che avrebbe travolto con il suo trattore mentre l’uomo attraversava la sede stradale. Contestualmente, il giudice monocratico del tribunale di Rieti, Alessio Marinelli, con formula piena ha assolto l’imputato dal secondo capo di imputazione, sulla contestata omissione di soccorso dopo l’investimento. Termina così il primo grado di giudizio su un procedimento penale dall’indubbia connotazione indiziaria, per una vicenda del 27 marzo 2018 lungo la Salaria per Ascoli.

La vicenda. Cavezzi venne ritrovato senza vita a bordo strada nei pressi del cimitero di Scai, nelle vicinanze delle Sae, da due automobilisti in transito verso le 9 del mattino, quando la tragedia si era consumata presumibilmente alcuni istanti prima. Il decesso causato da trauma cranico compressivo da schiacciamento, che non lasciò scampo all’anziano. L’anziano stava effettuando una passeggiata, quando venne investito e ucciso da un mezzo pesante, verosimilmente un trattore di colore rosso. «La sentenza ha visto decadere completamente l’accusa di omissione di soccorso - spiega il legale di fiducia Marco Arcangeli, che assiste l’imputato con la collega Anna Cecilia Pariboni - e ciò smentisce e fa decadere la ricostruzione della Procura, secondo cui l’imputato avrebbe nascosto e ripulito il trattore dopo l’incidente. Attendiamo il deposito delle motivazioni per ricorrere in Appello».
Il pm Rocco Gustavo Maruotti aveva sollecitato una richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi.

Un processo in cui l’istruttoria aveva scavato a lungo su dettagli ed elementi riconducibili a un ipotetico trattore rosso, tanto che furono interrogati numerosi residenti della zona, possessori di un mezzo agricolo di quel colore. Tra i punti-chiave del processo, alcune testimonianze secondo cui un trattore rosso con rotoballe di fieno “cilindriche” sarebbe stato visto provenire da una stradina contigua al cimitero di Scai per poi immettersi sulla Provinciale, subito dopo il sinistro, mentre nell’istruttoria era emerso che le rotoballe trasportate quel giorno dall’allevatore poi incriminato erano di “prismatiche o a parallelepipedo”.

Le modalità. A supporto delle attività investigative dei carabinieri, indagini merceologiche, consulenze, analisi della dinamica, esame autoptico e numerose escussioni di proprietari di trattori, focalizzate su colore, modello, marca, dimensioni e presenza o meno di pale. Nel trattore dell’allevatore - sia nelle parti metalliche che gommate - non furono rilevate tracce biologiche o di Dna, solo la consulenza tecnica merceologica evidenziò la presenza di elementi come fibre di cotone, di jeans e poliestere, che erano state ritenute dal perito molto comuni in trattori utilizzati quotidianamente. Per la tesi della Procura, quel trattore era invece guidato dall’allevatore. Il professor Luigi Cipolloni - l’anatomopatologo che espletò la ricognizione cadaverica sulla salma di Cavezzi – confermò la natura del corpo contundente che colpì l’anziano, definendolo «compatibile in astratto con le pale di un trattore», anche se, in concreto, non riconducibile in maniera esclusiva e inequivocabile alle “braccia” meccaniche di un mezzo agricolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA