Rieti, beve troppo collutorio:
risulta positivo all'alcol test

Rieti, beve troppo collutorio: risulta positivo all'alcol test
di Emanuele Faraone
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Sabato 21 Luglio 2018, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 17:50
RIETI - L’esame dell’alcol-test lo inchioda: guida in stato di ebbrezza. Ma l’uso del collutorio - che prima lo aveva messo nei guai - lo scagiona in tribunale. Termina con la formula assolutoria più ampia «per non aver commesso il fatto» pronunciata dal giudice monocratico, Luana Giannetti, la vicenda giudiziaria di un 22enne reatino colpevole - fino a prova contraria - di aver provveduto alla propria igiene orale utilizzando un colluttorio a base alcolica (96%).

I FATTI
Il giovane, di ritorno da una cena nel centro storico di Rieti, era stato subito fermato dalla polizia stradale ad un posto di blocco lungo la Salaria per L’Aquila per essere sottoposto al controllo dell’etilometro. Al termine dell’esame è risultato avere una concentrazione superiore allo 0,8 grammi per litro, ben oltre il limite massimo di tasso alcolemico consentito (0,5 grammi al litro) incappando, tra l’altro, nella seconda fascia sanzionatoria (ammenda fino a 3.200 euro, arresto fino a sei mesi e sospensione della patente fino ad un anno) che ascrive, inoltre, direttamente al tribunale monocratico la competenza del reato.

LA DIFESA
La difesa del’imputato (avvocato di fiducia Stefano Marrocco) ha addotto come motivazioni a discolpa del giovane il fatto di aver utilizzato un particolare colluttorio a base alcolica dietro regolare prescrizione medica. Una soluzione battericida che il giovane doveva utilizzare dopo ogni pasto essendo affetto da cardiopatia, patologia in cui una cattiva igiene orale aumenta il rischio di infiammazione della parte interna del cuore (endocardite) causata da microrganismi presenti nel cavo orale in tessuti dentali e gengivali. Tesi difensiva suffragata inoltre da una consulenza tecnica di parte sul colluttorio.

TROPPI SCIACQUI
Tra l’altro in auto nell’operazione frettolosa dello sciacquo orale una parte della soluzione - come testimoniato anche dalla giovane fidanzata - era stata parzialmente deglutizzata. Il collutorio insomma - come ribadito dalla difesa - da considerarsi, in quel caso, un medicinale a tutti gli effetti responsabile però del falso positivo all’alcol-test. «Quadro clinico» che ha portato la cognizione del giudice all’assoluzione del 22enne reatino che ora potrà quantomeno brindare. Meglio con l’acqua, questa volta...
 
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