Rieti, Cardini e Napoleone giurano
fedeltà all'Alba Sant'Elia:
«Non ci ha fatto mancare nulla»

Il centrocampista Matteo Cardini e il portiere Francesco Napoleone (Foto Passaro)
di Raffaele Passaro
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Martedì 23 Luglio 2019, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 12:33
RIETI - Continua il connubio tra Matteo Cardini e Francesco Napoleone con la società granata dell’Alba Sant’Elia. Da poche settimane si è conclusa la stagione e già in casa Alba arrivano le conferme: Francesco Napoleone (portiere, classe '92) e Matteo Cardini (centrocampista, classe '91) continueranno a giocare per l’Alba, così da poter scrivere il loro nome nella rosa del club reatino per la settima stagione consecutiva. Un legame forte quello tra i due con la società e la squadra. Tra passato, presente e futuro ecco le loro parole.

L’INTERVISTA

Cardini e Napoleone, potete raccontarci le vostre esperienze calcistiche più importanti? 
Matteo Cardini: «Certo! Ho cominciato a giocare all’età di 15 anni circa nel settore giovanile del Rieti Calcio, giocando per 2 anni le Nazionali. A 17 anni mi sono accasato alla juniores dell’Alba Villa Reatina: in quella stagione trovai in squadra Francesco e, proprio quell’anno, vincemmo il campionato provinciale. Tra i 18 e 21 anni ho vestito la maglia del Cantalice, giocando per 3 anni in Prima categoria. Successivamente ho sposato la causa dell’Alba Sant’Elia, giocando una stagione in Seconda e le successive 5 in Prima categoria. Ora, la mia avventura con l’Alba continua, per il settimo anno consecutivo».
Francesco Napoleone: «All’età di 15 anni ho difeso i pali della juniores dell’Arrone per 2 stagioni, per poi incontrare Matteo nella juniores dell’Alba Villa Reatina: come ha detto Matteo, quell’anno fu strepitoso, in quanto vincemmo il campionato! A 18 anni, insieme a Matteo, andai in Promozione nell’Alba Villa Reatina. Successivamente mi fermai per un anno, in quanto la società non continuò...a 20 anni, però, scelsi di aggiungermi alla nuova Alba Sant’Elia!»

Una carriera lunga la vostra. Nel corso del tempo sicuramente avrete migliorato alcuni aspetti del vostro modo di giocare. A proposito di questo, potete parlarci dei vostri punti forti e di quelli deboli?
C: «Beh, come punto forte sicuramente posso dire di avere una buona corsa, esplosività e buona propensione al pressing asfissiante. Il mio punto debole è più mentale che fisico: purtroppo, talvolta, perdo le staffe facilmente...quando mi innervosisco, purtroppo, tendo ad essere un po’ meno “pulito” del solito nel mio modo di giocare. È un aspetto in cui, sicuramente, migliorerò».
N: «Partiamo con il punto debole. Fisicamente, nonostante io sia un portiere, non sono molto alto e questo aspetto, perciò, mi crea svantaggi in alcune occasioni, come nelle uscite. Altro aspetto da migliorare è sicuramente il posizionamento. Un mio punto forte è sicuramente quello di essere esplosivo e quello di non mollare mai, cercando sempre di caricare gli altri 10 miei compagni in campo».

Avete due ruoli differenti. A quali giocatori vi siete ispirati nel corso della vostra carriera? Da chi avete preso spunto?
C: «Un solo nome: Zinedine Zidane. Io l’ho visto giocare per poco, ma ho potuto sempre osservare un giocatore completo, con una visione di gioco pazzesca, che faceva sempre la cosa giusta al momento giusto. Il giocatore adatto da cui prendere ispirazione».
N: «Io mi sono sempre ispirato a colui che viene da sempre chiamato “il numero 1 dei numero 1”: Gianluigi Buffon! Il portiere più forte del mondo. È stato ed è sicuramente un esempio da seguire, in campo e non, per molti ragazzi che giocano tra i pali».

Parliamo ora dei vostri 6 anni nell’Alba Sant’Elia, per ripercorrere la vostra storia in questo club reatino. Partiamo dalla vostra prima stagione in maglia granata. Cosa potete raccontarci?
C: «Il primo anno giocammo in Seconda categoria. Era un ambiente bello, una gran bella squadra, che aveva in testa degli obbiettivi ben precisi. Purtroppo, però, ci perdemmo durante il cammino e riuscimmo ad arrivare solo in 6a posizione. Sicuramente  in quella stagione creammo comunque un buon gruppo, una buona base per l’anno successivo».
N: «Fui accolto molto bene in quel gruppo, formato da giocatori esperti e con tanta voglia di fare. In quella squadra conoscevo già Matteo e Mattia Scardaoni. Il nostro obbiettivo era quello di vincere il campionato ma, purtroppo, la stagione si rivelò piena di alti e bassi. A differenza di Matteo, non giocai titolare in quel campionato ma fui io secondo di Marco Cipriani, a mio avviso uno dei più forti portieri nella nostra provincia. Lui mi aiutó tanto a migliorare...diventó quasi una sorta di allenatore per me, essendo un portiere di grande esperienza».

Il primo anno in Seconda categoria. I successivi 5 in Prima. Tralasciando il campionato appena terminato, cosa ricordate dei 4 campionati di Prima a cui avete partecipato con l’Alba?
C: «Dopo l’anno in Seconda, giocammo in Prima sotto l’occhio attento del mister Pietro Lunari, un mister che ci ha dato tanto (sia al gruppo che a me ed a Francesco). Con lui ci siamo trovati davvero bene. A Lunari è succeduto Luciano Cortesi: era un mister preparato e, personalmente, una persona amica...ero molto legato a lui! Successivamente arrivó Marco Donati e, con lui, siamo tutti cresciuti a livello tecnico...mister davvero preparato, così come gli allenatori precedenti. Nella seconda stagione ci siamo uniti al Podium e, perciò, la squadra presentava nuovi innesti esperti uniti assieme a giocatori giovani e con molta voglia di fare (ad esempio Agnesi, Paolucci, Pellegrini, Gregori, il capitano Dante). Fu una stagione tranquilla, nel quale ci salvammo già a dicembre ma, come al solito, crollammo verso la fine. Il terzo anno cominció alla guida di Roberto Pompili che, prima di essere un allenatore, fu un maestro di vita. Mister con grande preparazione sul mondo del calcio, anche grazie al supporto del vice Antonello Cacchiarello; con loro crescemmo tanto ma, sicuramente per colpa nostra, non riuscimmo ad avere i risultati sperati. A mister Pompili subentró Luigino Moronti, che ci fece salvare all’ultima giornata (col Velinia vincemmo, in rimonta, grazie ai gol del nostro bomber Simone Cantonetti e il gol di Daniele Gregori). Nella quarta stagione ci unimmo con lo Sporting: fu l’anno in cui, a mio avviso, avremmo potuto fare grandi cose. Anche lì si creó il giusto mix tra giocatori esperti e giovani importanti, tra cui ad esempio Marco Pengili e Niccoló Di Loreto. In quel campionato ci salvammo ai playout contro Poggio Mirteto, ancora in rimonta, con la tripletta di Cantonetti e gol del capitano Bertone. Il mister era Virgilio D’Annibale, mister tecnicamente molto preparato».
N: «A quello che ha detto Matteo, posso aggiungere che furono 4 anni intensi, belli. Conoscemmo molte persone. Ci furono si dei risultati altalenanti, ma in quelle stagioni si crearono belle amicizie. In questi casi ti ritrovi a crescere (sia calcisticamente che non) assieme a molti ragazzi. In questi 4 anni ho avuto l’onore di essere allenato personalmente da Angelo Morreale, un preparatore dei portieri di assoluto livello, professionale in tutto».

Arriviamo ora al passato più recente: la stagione appena conclusa, la numero 5 di questa vostra avventura nell’Alba. Cosa ci potete dire di questo campionato?
C: «Ad inizio stagione ci siamo trovati tutti insieme, a parlare con il nuovo mister Marcello Fioravanti che ci ha detto “dobbiamo scrivere insieme una nuova pagina del diario della nostra vita”. Una frase importante, carica di significati. Fino a dicembre siamo stati troppo “leggeri”; con l’anno nuovo, abbiamo trovato in noi una spinta nuova, una carica, che ci ha permesso di inanellare una serie di risultati consecutivi quasi da squadra che occupa il podio. Nel finale siamo calati e non siamo riusciti a centrare la coppa Lazio...peccato!».
N: «Siamo partiti, per l’appunto, con l’obbiettivo di salvarci. È stata una stagione da alti e bassi; i primi sono stati i bassi in quanto non abbiamo raccolto molti punti nel girone d’andata, salvo poi raccoglierne molti nel girone di ritorno, giocando una serie di partite perfette e mietendo anche “vittime” illustri, anche molto più forti di noi. Peccato per il finale di stagione, nel quale ci siamo rilassati...sarebbe stato bello poter giocare la coppa Lazio nella prossima stagione».

Il prossimo anno, come ci avete detto, non giocherete in coppa Lazio. Rimanendo, però, sulla prossima stagione, quali sono i vostri pensieri? Quali prospettive avete sul campionato che verrà?
C: «Il segreto è quello di non porsi limiti. La nostra è una realtà affermata. Il gruppo è solido, unito. Speriamo di cominciare il campionato nel migliore dei modi, insieme al nostro capitano Igino Palluzzi ed al nostro bomber Simone Cantonetti! Speriamo si possano aggiungere al nostro gruppo anche nuovi innesti, per alzare ancor di più la forza della nostra squadra».
N: «Quello del prossimo anno è un progetto interessante. Proveremo ad alzare ancor di più l’asticella, per poter dire la nostra soprattuto nelle zone d’alta classifica. Dovremo essere ancora più uniti, cercando di non staccare mai la spina, cosa che ci è accaduta spesso nelle scorse stagioni. Ripartiremo con l’ossatura solida del gruppo, a cui sicuramente si aggiungeranno nuovi giocatori in grado di rendere ancora più competitiva la squadra. Sono, personalmente, molto contento del ritorno in gruppo di Riccardo Alesse, difensore, che è stato fuori dai giochi nelle ultime gare a causa di un infortunio. Lui è una pedina fondamentale nella nostra retroguardia...per me, essendo io l’estremo difensore, è importante sapere di avere lui a difesa della mia porta, così come anche gli altri componenti del “pacchetto arretrato”. Ripartiamo con calma, non ponendoci obiettivi!».

Siamo arrivati all’ultima domanda. Il prossimo anno siederà ufficialmente ancora sulla vostra panchina il mister Fioravanti, che già vi ha allenato nella stagione appena trascorsa. Com’è il vostro rapporto con lui?
C: «Mister Fioravanti ha una passione spropositata per il calcio, forse addirittura oltre il limite. Non abitando a Rieti percorre anche diversi chilometri per poterci allenare. Purtroppo, molte volte la sua passione ed il suo lavoro non viene ripagato da noi, quando giochiamo la domenica...è una persona profonda, dal quale prendere sempre spunto. Personalmente, mi ha sempre spronato a far meglio ed ha riacceso in me la voglia di continuare a giocare a calcio. Allenando i bambini, prendo spesso esempio anche io dai suoi allenamenti per diventare anche io un giorno bravo come lui».
N: «Non conoscevo il mister prima dell’inizio della scorsa stagione. È un grande motivatore, una persona amica, disponibile in tutto e molto saggia. Ci tiene molto alla squadra e, cosa molto importante, tiene molto ad ogni singolo ragazzo che fa parte di questo gruppo. Organizza le partite con notevole maestria e sa leggere molto bene i vari momenti di ogni match. È stato altresì molto bravo a tenere unito il gruppo anche quando non arrivavano dei risultati soddisfacenti. Siamo contenti che sia lui il nostro mister anche nella prossima stagione!».
In conclusione, volete fare dei ringraziamenti?
C e N: «Certamente. Ci sentiamo in dovere di ringraziare “ad una sola voce”, ovvero congiuntamente. In primis ringraziamo il patron Paolo Colasanti, che ci fa divertire e ci permette ogni anno di poter giocare a calcio nonostante non sia una cosa semplice; ringraziamo il segretario Marco Ianni, persona sempre disponibile in tutto e sempre presente in ogni occasione...il vero cuore pulsante della società!; ringraziamo il vice-Presidente Andrea Colasanti che cerca sempre di non farci mancare mai nulla; infine, grazie al dirigente Dino Grifoni, persona sempre disponibile e sempre pronto a darci consigli e ad ascoltarci».

DICONO DI LORO
Marco Ianni (Dirigente e Segretario): «Francesco e Matteo sono due ragazzi splendidi. Loro sono lo zoccolo duro della squadra e anche della società, anche perché in così tanti anni si è creato un forte amicizia tra tutti noi. Loro sono i veri artefici della coesione del gruppo. Siamo contenti di averli a disposizione con noi anche nella prossima stagione!».
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