Rieti, diede fuoco alla propria casa e accoltellò il vicino: per il giudice era incapace d’intendere e di volere

Carabinieri (Archivio)
di E.F.
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Martedì 21 Settembre 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 15:26

RIETI - Effettuato l’incidente probatorio nei confronti del 50enne A.P. ritenuto responsabile, lo scorso mese di giugno a Casaprota, dell’incendio della propria cucina e della successiva aggressione a un vicino di casa: nel momento in cui agì non era capace di intende e volere. Questo quanto emerso all’esito dell’esame peritale sul 50enne di origini romane. L’uomo su provvedimento del Giudice delle indagini preliminari è ora tornato in libertà e dovrà sottoporsi a un programma sanitario riabilitativo sotto il controllo dell’Asl romana. 
L’incidente probatorio era stato disposto per la valutazione di alcuni aspetti fondamentali, come la stima della capacità di intendere e volere e della pericolosità sociale del soggetto, la compatibilità del proprio status con il regime carcerario e il suo stigma sociale, nonché il grado di attitudine del 50enne a comprendere il significato delle proprie azioni nel contesto in cui aveva agito all’alba del 25 giugno. All’esito della perizia psichiatrica l’uomo è ora tornato in libertà condizionatamente allo sviluppo di un percorso sanitario che dovrà affrontare nei prossimi mesi. 
Fu una notte di paura e apprensione a Collelungo, piccola frazione di Casaprota, quando alle 3,30 circa del mattino il 50enne diede fuoco alla cucina dell’appartamento dove alloggiava tagliando il tubo del gas e dando di fiamma. Poi si era recato a casa di un vicino, sita nello stesso palazzo, e, in stato confusionale, lo aggredì fisicamente sferrandogli un pugno al volto per poi allontanarsi a piedi, non prima di aver sottratto dalla casa del condomino, un coltello da cucina. L’uomo, dopo non molto tempo, era ricomparso nelle vicinanze della propria abitazione ed era stato rintracciato dai carabinieri seminudo e sanguinante, vittima a sua volta di un’aggressione da parte di più persone avvenuta dopo l’allontanamento da casa. 
Dopo i fatti A.P. era stato ricoverato e piantonato in stato di arresto presso l’ospedale de Lellis con l’accusa di incendio doloso e rapina per poi essere trasferito tra le mura del nuovo carcere di Vazia. Fortunatament, non ci fu nessun ferito, né alcun significativo danno al palazzo. Le successive fasi investigative furono coordinate dai carabinieri della sezione operativa del nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Rieti e dai militari della stazione di Poggio San Lorenzo.

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