Rieti, Gunnella: "Piervincenzi
un rugbista, si risolleva subito"
Giocò in passato in Sabina

Daniele Piervincenzi e a sinistra l'aggressore
di Emanuele Laurenzi
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Venerdì 10 Novembre 2017, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 12:36
RIETI - «Daniele è un rugbista e, da rugbista, si rialzerà anche dopo aver subito questo colpo». E’ questa la frase che usa Alessandro Gunnella, istituzione della palla ovale reatina, per trasmettere la sua vicinanza a Daniele Piervincenzi, il giornalista della trasmissione di Rai Due “Nemo”, aggredito e picchiato mercoledì scorso a Ostia. Un augurio tra ex compagni di squadra, tra persone che hanno condiviso battaglie sul campo negli anni passati: Piervincenzi, infatti, giocò un paio di stagioni con gli Arieti all’inizio tra il 2003 e il 2004. Gunnella ha chiuso con l’attività agonistica nel maggio scorso, ma non dimentica nessuno dei compagni e gli avversari conosciuti e incontrati in 31 anni di sport. «Ho visto quello che è successo a Daniele in televisione – racconta il mitico “Piricozzo” – e di fronte a quelle immagini mi sono chiesto come si possono fare certe cose. Al giorno d’oggi una violenza così non si può spiegare. Non voglio parlare di questo, ma voglio mandare un grande augurio di pronta guarigione a Daniele». Nel tempo i rapporti si sono diradati, ma la solidarietà tra rugbisti e tra ex compagni resta invariata. «Ho pensato subito di chiamarlo – dice Gunnella – ma avevo perso il numero. Sto cercando di rintracciarlo per fargli sentire la nostra vicinanza. Ha preso un bel colpo, anche perché non se lo aspettava, ma sono sicuro che si riprenderà». Gunnella non fa cenno alla politica, alle polemiche legate all’aggressione al reporter, ma si concentra solo sui ricordi da ex compagno e sullo spirito di unione tra rugbisti: l’ex pilone ammette di non essere forte con le date ma poi, quando gli si nominano alcune partite della stagione 2002/2003, ricostruisce alla perfezione tanti aneddoti. «Quella era la stagione degli argentini – spiega – ne avevamo 8 nel gruppo. Mi ricordo che Daniele lo avevo affrontato anche da avversario. Che fossimo contro o insieme, io l’ho sempre considerato un fratello, come avviene tra rugbisti. Si gioca, ci si batte in campo, ma poi siamo tutti amici e beviamo insieme. Daniele è un rugbista e saprà rialzarsi anche da questo colpo».
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