Piana Reatina sommersa, l'emergenza rientra ma i cittadini ancora sfollati chiedono i risarcimenti

Piana Reatina sommersa, l'emergenza rientra ma i cittadini ancora sfollati chiedono i risarcimenti
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 00:10

RIETI - Sono ancora undici – per un totale di 41 persone – i nuclei familiari sfollati dopo gli allagamenti della scorsa settimana avvenuti sulla Piana Reatina e in attesa di poter rientrare all’interno delle loro abitazioni. Un dato confermato a Il Messaggero dal Coc, il Centro operativo comunale di via Foresta, che resterà attivo anche nei prossimi giorni per continuare a monitorare il ritorno alla normalità e le esigenze della popolazione colpita. «In questi giorni, sul territorio si sono avvicendati circa 200 volontari ai quali va il nostro più sentito ringraziamento – spiega il vicario del Coc Emanuele Olivieri, impegnato dall’inizio dell’emergenza al fianco del coordinatore Giacomo Ermini – Oggi (ieri, ndr) il livello delle acque è sceso di altri 25 centimetri, quindi sembra che l’emergenza stia finalmente rientrando. Nel frattempo il Coc, insieme all’ausilio di tutte le associazioni di volontariato della provincia, proseguirà con la verifica delle situazioni di disagio che ancora permangono fra la popolazione». 

Chiuso il campo base. Considerato l’affievolirsi dell’emergenza, ieri alle 15 è stato dismesso anche il campo base della Protezione civile dislocato al palazzetto dello sport di Santa Rufina.

A salutare i volontari sono arrivati i sindaci di Rieti Antonio Cicchetti e di Cittaducale Leonardo Ranalli: «Abbiamo scelto di dismettere il campo base perché gli interventi che restano da fare sul territorio possono essere eseguiti dalle risorse locali - spiega Rodolfo Serafini, funzionario responsabile della sala operativa della Protezione civile della Regione Lazio - L’agenzia regionale resta a disposizione nel caso venissero rappresentate nuove esigenze, per le quali volta per volta attiveremo le risorse necessarie, sia che si tratti di situazioni che coinvolgono i singoli cittadini che le infrastrutture». 

L’attesa in hotel. In questi giorni, buona parte delle famiglie sfollate sono ospitate all’Hotel Miramonti di piazza Oberdan, a Rieti. E tra chi è in attesa di poter rientrare nella propria casa c’è anche la famiglia di Enzo Silvestri, residente in via dei Prati, una delle strade di Piani Poggio Fidoni più colpite dall’allagamento della Piana Reatina, dove già un’altra famiglia era stata costretta ad abbandonare la propria abitazione a bordo di un gommone dei vigili del fuoco, una storia – quest’ultima - raccontata da Il Messaggero nei primi giorni successivi all’emergenza.

«Quando lo scorso martedì pomeriggio abbiamo notato che il livello dell’acqua continuava a salire, non avremmo mai creduto che potesse aumentare ancora - racconta Enzo nella hall del Miramonti, appena rientrato da un sopralluogo per verificare le condizioni della sua casa – Tuttavia, visto che la situazione continuava a peggiorare, abbiamo portato via e le auto e infatti, tra l’una e le tre di notte l’acqua è entrata in casa: le ore successive le abbiamo trascorse su un materasso e un divano di fortuna, posizionati all’interno di una cantina lì vicino e rialzata di circa 30 centimetri rispetto al livello della casa. Abbiamo ricevuto tantissima solidarietà in questi giorni, anche qui in hotel – prosegue Enzo - Vediamo se ora qualcuno sarà in grado di riconoscere i danni che abbiamo subìto, ma nel frattempo noi ci rimboccheremo le maniche e speriamo di poter rientrare a casa quanto prima. Se ricordo un simile episodio in passato? Mai: soltanto la bomba d’acqua del 5 ottobre 1979 (un episodio già raccontato a Il Messaggero dal consigliere comunale Fabio Nobili, ndr). Avevo 5 anni e quella volta non fu colpa di nessuno, ma solo dell’enorme quantità di pioggia che venne giù e contro la quale non si potette far nulla».

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