Il peperoncino più forte del Covid

Il peperoncino più forte del Covid
di Sabrina Vecchi
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Venerdì 3 Settembre 2021, 00:10

RIETI - Pepper tour, esterno giorno. La piccantezza della Fiera del peperoncino anno decimo aspetta al varco, per lo specifico al numero 1, quello di piazza Battisti, dove mostro il green pass prima di entrare indossando la mascherina, come da procedura obbligatoria. Digerito meno del peperone, a quanto dicono i ragazzi preposti al controllo. 

«Le reazioni per ora sono state varie.

Alcuni anziani hanno detto di essere vaccinati ma senza essere forniti di certificazione, per cui non abbiamo potuto farli entrare. Altri invece ci chiedono di scansionare il qr code, ma noi non lo possiamo fare per questioni di privacy. Pochi ringraziano, parecchi si scocciano, alcuni ci insultano: ieri in un turno mi sono stati rivolti 21 vaffa, li ho contati».

Stazionando un po’ tra formaggio stagionato e olive in salamoia si percepisce un effetti qualche affermazione di disappunto al momento di mostrare la carta verde, soprattutto perché l’avventore hot pare infastidirsi quando si tratta di tirarla fuori più volte, magari entrando e uscendo da uno o l’altro accesso. Un signore di mezza età desiste perché «non ammette l’obbligo della mascherina all’aperto», quello vicino invece non ha dubbi e resiste impavido al disagio, preso dall’irresistibile richiamo dei salametti aromatizzati calabresi che «compro tutti gli anni». 

I prodotti di Cascia e Norcia. Giorgio avrà 25 anni o poco più, viene abitualmente alla fiera con lo stand di famiglia di prodotti gastronomici tipici di Cascia e Norcia. «Vale la pena, qui a Rieti si è lavorato sempre bene, non posso ancora fare una statistica quest’anno, credo però che il green pass possa in qualche modo influire. Del resto, è indispensabile per lavorare e non solo. Il covid è una brutta bestia, sono stato ricoverato ue settimane nella terapia intensiva dell’ospedale di Foligno senza avere nessun’altra patologia e ne porto ancora le conseguenze».

Giorgio è simpatico, le salsiccette di Norcia esposte pendule nel suo stand ancora di più, e prenoto acquisti. Una famiglia con nonni si sta gustando un cartoccio di arrosticini e chips: «Veniamo sempre, per fare assaggi e vedere gente. Per il green pass non vediamo il problema, anzi preferiremmo si controllassero anche i documenti». Un signore si contorce per fare acquisti dal passaggio esterno in cui non è necessario esporlo: «Capita, che gli dici», commenta il commerciante che gli stende il resto e la bustina coi prodotti. Scendendo verso piazza Oberdan l’ora si fa più fresca e la gente aumenta, tanto che allo stand di prodotti pugliesi lo spaccio di assaggio taralli inizia a farsi notevole.

I sapori della Sicilia. Nella “vicina” Sicilia i “Sapori di Palermo” vanno alla grande. «Veniamo qui da dieci anni, siamo affezionati a questa fiera e stiamo più o meno sempre nello stesso posto, con un buon riscontro», dicono i gestori. Prodotti preferiti dai reatini? «Non possiamo dire ce ne sia uno in particolare, noi apriamo di mattina e abbiamo già avuto parecchia gente che ha pranzato qui. Di giorno in linea di massima si preferisce l’arancina - con la a, mi raccomando - mentre di sera si sceglie il classico cannolo, oppure i dolcetti alla mandorla che vanno sempre alla grande». Sappiate che quelli al pistacchio danno forte dipendenza, giusto per inciso. Nei pressi, si gusta l’anteprima tutta reatina della pinsa romana che dal 29 settembre debutterà ufficialmente in zona Giorlandina. 

Le anziane donne a messa. Nel frattempo al varco nei pressi della basilica di Sant’Agostino si intavolano edificanti discussioni con un’anziana signora che si appoggia a una stampella. «Lei ce l’ha il green pass?». «Veramente io volevo anda’ a messa».

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