Botte e aggressioni ai medici, sicurezza al pronto soccorso: arriva la videosorveglianza al de Lellis

Botte e aggressioni ai medici, sicurezza al pronto soccorso: arriva la videosorveglianza al de Lellis
di Raffaella Di Claudio
3 Minuti di Lettura
Domenica 9 Aprile 2023, 00:10

RIETI - L’ultima aggressione ai danni di un operatore che regola il flusso dei visitatori all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti risale a tre settimane fa. La vittima in quel caso ha perdonato, senza denunciarlo, il parente della paziente che, volendo entrare a tutti i costi pur non potendo, lo ha preso a pugni, ma il tema della sicurezza del personale sanitario resta emergenziale e al centro delle prossime azioni che il presidente della Regione, Francesco Rocca, intende mettere a punto all’interno di un pacchetto teso a garantire una maggiore sicurezza negli ospedali, annunciato nel corso di una riunione tra il governatore del Lazio e le organizzazioni sindacali.

Le misure. Si va dalla denuncia d’ufficio, e immediata, da parte della Asl o delle dizioni ospedaliere ai danni di chi aggredisce medici e infermieri ai presidi di polizia nelle strutture in funzione anche di notte, per arrivare fino al rafforzamento di vigilanza e videosorveglianza.

Nel frattempo, sui territori, l’esigenza di scongiurare casi di violenza si è tradotta in iniziative messe in campo in maniera congiunta dalle istituzioni con ll'obiettivo di sensibilizzare e prevenire. Già il 12 marzo, ad esempio, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, la Asl aveva deciso di attivare in tutte le sue strutture territoriali info-point dedicati ad operatori sanitari e cittadini per sensibilizzare e informare sul fenomeno.

La posizione della Asl. “Da tempo – spiega il direttore sanitario della Asl di Rieti, Assunta De Luca - abbiamo attivato un piano interno per la prevenzione degli atti di violenza ai danni degli operatori che non riguarda solo il pronto soccorso, anche se il pronto soccorso è sicuramente il luogo in cui se ne verificano di più. Premettendo che nel nostro ospedale è attivo un posto di polizia attivo tutto il giorno (escluse le ore notturne) ed è presente un servizio di vigilanza, da qualche mese di concerto con la Prefettura, che svolge un ruolo di coordinamento, e insieme alle forze di polizia, abbiamo avviato un piano organizzativo di formazione e sensibilizzazione della popolazione e degli operatori sanitari in modo che quest’ultimi sappiano come affrontare un eventuale conflitto che si viene a creare sul posto di lavoro. Al di là delle iniziative più alte, a livello locale, è nata l’esigenza di mettere in campo un’organizzazione funzionale che sta dando i suoi frutti grazie a un’azione sinergica messa in campo da Prefettura, Asl e forze di polizia basata su due pilastri: formazione e informazione. E nei prossimi mesi verrà ulteriormente implementata”.

Il sostegno al personale. Accanto alla prevenzione, c’è poi l’aspetto del sostegno che l’azienda assicura ai propri operatori nel momento in cui si verificano casi di violenza nei loro confronti. “Noi siamo vicini al nostro personale quando è vittima di aggressioni e casi di violenza. L’operatore sanitario aggredito – assicura il direttore sanitario - viene immediatamente preso in carico e affidato a percorsi interni dell'azienda che possano sostenerlo anche dal punto di vista psicologico. Inoltre, siamo poi pronti ad adeguarci immediatamente alle iniziative che verranno prese a livello regionale rispetto a questa problematica”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA