Omicidio di Campomoro: condanna a 24 anni e interdizione perenne dai pubblici uffici per Braulina

Omicidio di Campomoro: condanna a 24 anni e interdizione perenne dai pubblici uffici per Braulina
di Emanuele Faraone
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Giovedì 7 Luglio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 17:33

RIETI - Condanna a 24 anni per Braulina Cozzula, accusata dell’omicidio volontario del compagno Valerio Amadio di 44 anni e del tentato omicidio del figlio, all’epoca dei fatti minorenne. Disposta una provvisionale di 100 mila euro per ciascuno dei due figli (parti civili rappresentate dal legale Alessandra Puglielli) e di 25mila per la madre della vittima, nonché interdizione perpetua dai pubblici uffici, misura di sicurezza di due anni di cura e custodia e indegnità a succedere nei confronti di Amadio. Concorrendo insieme circostanze aggravanti e circostanze attenuanti, la Corte ha disposto il bilanciamento delle stesse riconoscendo inoltre il vizio parziale di mente della 43enne nei confronti della quale è stata esclusa la premeditazione del gesto. 

La sentenza della III Sezione penale della Corte d’Assise di Roma è stata formalizzata nella notte ed il dispositivo di sentenza è stato letto intorno alla mezzanotte dopo una lunga camera di Consiglio.

Una giornata processuale che aveva preso il via nella mattina di martedì 5 luglio con l’ampia requisitoria del pubblico ministero Tommaso Giovannetti andata avanti per quasi 5 ore e in cui il pm reatino aveva ripercorso, con dovizia di particolari, l’intera vicenda e lo svolgimento fattuale e cronologico degli eventi che hanno portato poi alla morte del 44enne Valerio Amadio. Il sostituto procuratore nel corso della sua requisitoria ha inoltre sostenuto la responsabilità per dolo dell’imputata in quanto lo sversamento di benzina sul corpo del compagno fu un’azione «determinata con volontà omicidiaria» al di là di ciò che successivamente originò l’innesco incendiario (accendino o una scintilla provocata da carica elettrostatica).

La requisitoria del pm. Al termine il pm ha concluso sollecitando una condanna a 24 anni di carcere. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza. Avverso la sentenza di primo grado il legale di fiducia della Cozzula – Tiziano Principi del foro di Rieti – ricorrerà in Appello: «Impugneremo la sentenza – ha commentato il penalista reatino Principi – che non riteniamo soddisfacente rispetto a più ordini di motivi. Attenderemo di poter acquisire le motivazioni per poter poi valutare al meglio ogni aspetto e circostanza esaminati dalla Corte. Ma in relazione a più profili abbiamo margine per poter agire in Appello presso la Corte d’Assise d’Appello». 

Nell’arringa finale l’avvocato di fiducia dell’imputata aveva ribadito l’incompatibilità dello scenario volontario determinando, al contrario, un contesto di natura essenzialmente colposa e accidentale dove l’innesco all’origine delle fiamme sarebbe stato causato da una carica elettrostatica, censurando dunque quanto rappresentato dall’accusa e contestando, in particolare, la ricostruzione proposta dal consulente tecnico di parte che aveva fornito due possibili interpretazioni (innesco causato da fiamma libera oppure da carica elettrostatica) salvo aver poi aver ritenuto plausibile e verosimile la prima ipotesi. 
«Al di là della sentenza di condanna relativa a questa drammatica vicenda – ha commentato l’avvocato di parte civile (madre della vittima) Stefano Marrocco – il pensiero va ai due ragazzi affinché con il tempo possano superare la sofferenza vissuta e quei terribili momenti di cui sono stati testimoni, nella speranza che il tempo possa in qualche modo lenire questa tragica parentesi».

I fatti. Era il 25 novembre del 2019 quando in una palazzina in via Dionigi (foto grande), nel quartiere cittadino di Campomoro, si consumò il tragico evento: Valerio Amadio, cosparso di benzina dalla propria compagna, morì bruciato nella sala da pranzo. La stessa imputata rimase gravemente ustionata in varie parti del corpo. Un rogo che non lasciò scampo alla vittima nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori.

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